Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Internazionale, Numero 44 - 1 Agosto 2008 | 0 commenti

Vergognati Europa!

Il parlamento europeo ha appena promulgato una legge che approva l'espulsione degli immigrati senza regolare documento. L'Europa è il continente più ricco della terra ed ha un problema demografico serio: la sua popolazione non cresce. In più, l'Europa ha problemi seri nel mercato del lavoro poiché in un certo tratto della “curva dell'occupazione” è molto rigidoe non può contare su un numero sufficiente di lavoratori di basso profilo per lavori come quelli di pulizia, infermeria o altri servizi che richiedono molta manodopera. Proprio per questo, attorno al tema dell'immigrazione ruota un dibattito circa il suo impatto.
Il continente europeo è una destinazione attraente per gli immigrati, specialmente, data la vicinanza geografica, per quelli provenienti dall'Africa. Però la lingua, gioca a sua volta un ruolo importante. E' interessante vedere come gli immigrati provenienti dall'America Latina si concentrino in Spagna, i brasiliani in Portogallo, gli etiopi e gli eritrei in Italia, gli abitanti delle ex-colonie nella Repubblica francese e i membri della Common Wealth in Inghilterra. Non si può negare, dunque, come la storia, per mezzo di una lingua comune o vincoli sociali come la fede religiosa, la parentela o incluso lo sport, gioca un ruolo importante nei flussi migratori.
Poiché questi stessi “lacci” migratori evidenziano la presenza di una storia comune, di una influenza perenne del colone europeo nel resto del mondo. L'Europeo di oggi dovrebbe essere cosciente del vincolo stretto che lo lega al mondo: l'Europa ha potuto distendere la forte pressione geografica che la affliggeva grazie a la colonizzazione e all'emigrazione.Il flusso commerciale dalle colonie all'Europa ha avuto le seguenti caratteristiche: controllo dei prezzi (vedi Robert Lucas sul ruolo dell'Inghilterra in India), lavori forzati (vedere Paul Johnston sul ruolo del Belgio in Congo) e sfruttamento delle risorse naturali (vedere il ruolo della Spagna nel Messico e della Bolivia in Perù). Con gli occhi di un economista è difficile mettere in discussione il fattoche questa era di colonizzazione ha avuto un impatto importante sopra la ricchezza dell'Europa di allora. Se quello ha un impatto sulla ricchezza attuale, che è più basata sull'avanzamento tecnologico piuttosto che sullo sfruttamento delle risorse naturali, è un tema abbastanza discusso nella letteratura sullo sviluppo economico. E' difficile dire se un olandese di oggi deve qualcosa a un produttore di caucciù dell'Indonesia di più di cento anni fa.
Comunque, i vincoli generano responsabilità. Niente può eliminare le responsabilità! L'Europa ha influito sulle istituzioni di quei paesi. Se esistono, i governi di queste colonie seguono le strutture dell'altra loro Madre Patria. Lo stesso si può dire nei confronti delle linee di frontiera, degli eserciti, del modo di fare affari, e, come ho già detto, della lingua e della religione. In generale parlo delle istituzioni e dei modi di fare che sono, in parte, un lascito storico, e che possono riguardare la struttura di governo, il tipo di corruzione arrivando fino al calcio.
In più, l'europeo ha delle responsabilità che vanno oltre quella storica. E' il continente più ricco del mondo. Dunque ha un dovere morale, come parte dell'umanità, di dare una mano a quest'altro mondo: il mondo della fame e dei conflitti armati. Questo per me è un dovere morale chiaro, e si lega a quella che è la base della sua cultura, la cultura delle chiese cristiane.
Purtroppo, l'aiuto proveniente dall'esterno, non ha lo stesso impatto che ha immigrazione sul benestare dei poveri del mondo. Non pretendo peccare di innocenza. Non sono per una emigrazione libera. Critico l'emigrazione zero. Critico l'espulsione di chi già ha rischiato la propria vita in cerca di un futuro più degno per i suoi figli. E la cosa vergognosa è che il tema dell'immigrazione non è un tema economico (vedi Benhabib e Jovanovic), come ho già detto in apertura, l'impatto dell'immigrazione è ancora argomento di discussione. Il dibattito è ben lontano dall'essere di carattere economico. Il centro del dibattito è stata la perdita dell'identità culturale prodotta dall'emigrazione. Mantenere una cultura è l'eco di un antico fantasma di razzismo e superiorità. Se non ti piace che un senegalese venda portafogli tarocchi sulle tue strade, dedicati a incorporarlo nella tua società. Non dare le spalle alle tue responsabilità. Vergognati Europa!
(Traduzione di Angelo Valenza)
Versione originale in Spagnolo
¡Avergüénzate Europa!
El Parlamento Europeo acaba de promulgar una ley aprobando la expulsión de inmigrantes indocumentados. Europa es el continente más rico de la tierra y tiene un problema demográfico serio: su población no crece. Mas aún, Europa tiene serios problemas en el mercado laboral pues es muy rígido en cierto tramo de la curva de empleo y no cuenta con suficientes trabajadores de baja calificación para labores de limpieza, enfermería u otros servicios de un alto insumo de mano de obra. Por esto, si el impacto de la migración es negativo esta en debate.
Europa es un destino atractivo para inmigrantes especialmente provenientes de África por la cercanía geográfica pero a su vez el idioma juega un papel importante. Es interesante ver como se concentran emigrantes provenientes de América Latina en España, de Brasil en Portugal, de Eritrea y Etiopía en Italia, de las ex-colonias francesas en la República Gala y de miembros de la Common Wealth en Inglaterra. No se puede negar, pues, que la historia, ya sea al facilitar la migración a través de una misma lengua o por otros vínculos sociales como iglesias, parentela o incluso el deporte, juega un papel en los flujos de migración.
Porque esos mismos lazos migratorios dan evidencia de una historia común, de una influencia perenne del colono europeo en el resto del mundo, el europeo de hoy debería ser conciente de que tiene un vínculo estrecho con el resto del mundo: Europa pudo relajar una presión geográfica gracias a la colonización y a la emigración. El flujo comercial de las colonias a Europa tuvo las siguientes características: control de precios (ver Robert Lucas sobre Inglaterra en la India), trabajo forzado (ver Paul Johnston sobre Bélgica en el Congo) y explotación de recursos naturales (España en México, Bolivia y Perú). Con ojos de economista es difícil discutir que esta era de colonización, tuvo un impacto importante sobre la riqueza de aquél entonces en Europa. Si ello impacto en la riqueza actual, que es más basada en el avance tecnológica que en la explotación de recursos, es un tema bastante debatido en la literatura del desarrollo económico. Es difícil decir si un Holándes hoy, le debe algo a un productor de caucho de indonesia hace ciento y tantos años.
En cualquier modo, los vínculos generan responsabilidades. ¡Nada elimina las responsabilidades! Europa influyó en las instituciones de aquellos países. Si es que existen, los gobiernos de estas colonias siguen la estructura de sus otrora Madre Patria. Lo mismo de la líneas fronterizas, los ejércitos, la manera de hacer negocios y, como dije, el lenguaje y la religión. En general hablo de las instituciones que son en parte de un legado histórico, desde el gobierno hasta los niveles de corrupción pasando por el fútbol.
Más aún, el europeo tiene una responsabilidad más allá de lo histórico. Es el continente más rico del mundo. Entonces tiene un deber moral, como parte de la humanidad, de echarle una mano a ese otro mundo: el mundo del hambre y del conflicto armado. Esto es un deber moral que para mí tan claro como el agua y lo es mi modo de ver para la propia base de su cultura, las iglesias cristianas.
Lamentablemente, la ayuda externa no tiene el impacto que tiene la migración sobre el bienestar de los pobres del mundo. No pretendo pecar por inocencia. No abogo por una emigración libre. Critico la emigración cero. Critico la expulsión del que ya pasó pericias, del que ya se jugó la vida por buscar un futuro más decente para sus hijos. Y es que lo vergonzoso del caso es que el tema de la migración en Europa no es un tema económico (ver Benhabib y Jovanovic), como dije al abrir este artículo, el impacto de la emigración está en debate. El debate dista mucho de ser económico. El centro del debate ha sido la pérdida de identidad cultural producto de emigración. Mantener una cultura es un eco de un antiguo fantasma de racismo y superioridad.
Si no te gusta que Senegalés venda carteras pirateadas en tus calles, pues dedícate a incorporarlo en tu sociedad. No le des la espalda a tus responsabilidades. ¡Avergüénzate Europa!

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>