Il Bandito Finetti
Anni '50. Banda Casaroli. Colpi su colpi: banche, poste, feriti, morti.
E Antonio Finetti.
Si, proprio lui. Il Mario Rossi Bolognese. Cosa hanno in comune questa banda sanguinaria e il signor x bolognese? La sorella del Finetti, fidanzata di un bandito appartenente alla Banda Casaroli.
Destino vuole che questo bandito entri in possesso dei documenti del Finetti, che per vie traverse arriva alla polizia la quale arresta il povero Finetti mentre cercava di rientrare in casa.
Titolo a otto colonne in prima pagina del Resto del Carlino : "ARRESTATO IL BANDITO FINETTI!". Fatte le opportune verifiche, la polizia si accorge del granchio e rilascia il povero Finetti. "Ringrazia che ti è andata bene!" si narra che siano state le parole del questore.
E il Carlino che fa? titolo a otto colonne in prima pagina "CHIEDIAMO SCUSA A FINETTI"? Tutt'altro. Trafiletto di cinque righe nel bel mezzo del giornale.
E dunque, a differenza di quanto fece il carlino, mi sembra giusto rettifficare una notizia di cui si è parlato tempo addietro, ai tempi dello scandalo che ha colpito il Brunello di Montalcino (sembrano passati anni invece…)
Il Pian delle Vigne 2003, Brunello di Montalcino prodotto da niente popodimeno che i Marchesi di Antinori, risulta essere innocente. O meglio, essere un Brunello in purezza.
Spieghiamo di cosa si è trattato: 3 ettari di proprietà di Antinori catalogati sotto la Doc Sant'Antimo erano classificati a Sangiovese mentre in verità erano coltivati a Petit Verdot.
Nulla di male in quanto questa Doc ammette l'utilizzo di uve diverse dal Sangiovese (vedi numero 37 dell'Arengo). Solo che gli inquirenti hanno pensato che l'uva di questa vigna fosse finito dentro il Pian delle Vigne '03, cosa peraltro smentita dalle varie analisi.
Ovvio che si torni alla domanda del numero 37: ma che bisogno c'era di questa benedetta Doc Sant'Antimo? Una volta che vitigni internazionali si trovano dentro il territorio ammesso nel disciplinare, è facile che facciano cadere in tentazione qualche produttore.
Per evitare che si ripetano casi simili, il marchese Piero Antinori dichiara dalle pagine del Sole 24 ore che si trova d'accordo sull'introduzione di altri vitigni oltre al sangiovese, per l'esattezza "una tolleranza minima nel rispetto dell’obbligatorietà del 100% di purezza. Diciamo tra il 3 e il 5%, massimo 7 per cento. È la stessa che hanno i vivaisti che forniscono le barbatelle per le nuove vigne. Anche le analisi, del resto, hanno un minimo di tolleranza".
Ulalà le progresse!