Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 41 - 16 Giugno 2008 | 2 commenti

Il vino di Syd Vicious

Se mi avete seguito fin qua siete degli eroi troiani. Tranquilli, dopo breve introduzione, cambiamo registro.

Facciamo un salto temporale, tralasciando lo sviluppo di varie branchie dell'antroposofia quali arte (c'è una sezione apposita), medicina (c'è qualche medico in ascolto?) o altro.

Voliamo fino al 1924, a Koberwitz, vicino Breslau ex capitale della provincia prussiana Silesia, Steiner tenne un ciclo di otto conferenze dal titolo “Impulsi scientifico-spirituali per lo sviluppo dell’agricoltura”. Furono gli stessi contadini a chiedere al filosofo austriaco di concentrare le sue attenzioni sull'agricoltura, in quanto fortemente preoccupati degli effetti che la chimica stava avendo sul mondo dell'agricoltura.

Non voglio entrare nel merito dell'agricoltura biodinamica, tema gia ampiamente illustrato dalla brava Cora Marighetti nel numero 36 dell'arengo.

Voglio invece raccontarvi l'esperienza diretta di uno dei massimi esperti di biodinamica in Italia: il produttore Stefano Bellotti della Cascina degli Ulivi, Novi Ligure.

Lo scorso autunno, la sezione di Bologna dell'Ais (Associazione Italiana Sommelier) ha organizzato un'interessante degustazione sui vini biodinamici con testimonianze dirette dei produttori.
La bellezza di otto bicchieri, anzi, bicchieroni di vino in degustazione: 3 bianchi tutti della cascina degli ulivi, alcuni decisamente buoni altri "interessanti", un montepulciano di abruzzo che emanava decise note di uovo marcio ma che vinte le remore in bocca era decisamente buono (devono aver sbagliato qualcosa in cantina), un dolcetto particolarissimo, un brunello fantastico di cui spero di potervi parlare dell'azienda prossimamente (diffondono musiche di Bach nei vigneti per tenere lontani i parassiti!) e un merlot toscano, vincitore di svariati premi e riconoscimenti, il daino bianco. Ne manca uno? e va beh, ve lo detto che erano bicchieroni!

Fatto sta che prende la parola Bellotti: una sorta di Syd Vicious invecchiato, alto, allampanato, probabilmente come sarebbe oggi il bassista se avesse appeso il basso al chiodo per impugnare una zappa.

Apre bocca, e mantiene le promesse del suo aspetto eccentrico:"Molti ci prendono per stregoni, esorcisti. La verità è che mi sono convertito alla biodinamica perchè funziona!" dice con marcatissimo accento piemontese.

Racconta della gioventù passata nei campi come dipendente, di come ogni volta che si presentasse un problema lo si risolvesse con un "sacchettino" di un prodotto chimico, il quale però portava in dote come a volte capita con i medicinali delle controindicazioni, le quali si risolvevano con un altro sacchettino, il quale creava altri due problemi, che si risolvevano con altri due sacchettini…e così via.
"Era evidente che qualcosa non funzionasse".

Venne a conoscenza della biodinamica, e la cominciò ad applicare ai suoi terrenni che nel frattempo riuscì ad acquistare.

Terreni aridi a causa dello sfruttamento intensivo, che per farli tornare produttivi ci voleva uno di questi benedetti sacchettini.
A questo punto della serata il buon Bellotti inizia una serie di diapositive su terreni biodinamici a confronto con terreni coltivati convenzionalmente-
Era incredibile come si esaltasse ad ogni diapositiva, euforia pura.
Confronto continuato su stato di salute delle piante e dei filari, " belle queste autostrade" rifendosi ai filari convenzionali "probabilemente a molti piacciono, non lo metto in discussione: ordinati, asettici, freddi…" CLICK, filare biodinamico "guardate invece questo: il Kaos della natura, vivo, con le altre piante che completano il quadro…".

Già, le altre piante che arricchiscono i filari. Le viti possono arrivare fino a 15-20 metri di profondità per la ricerca dell'acqua: altre tipologie di piante in superficie non dovrebbero di conseguenza rappresentare un problema per il nutrimento, ma su questo punto non tutti sono daccordo.

Che dire? Non mi viene una chiosa finale degna di nota, se non il consiglio di sorprendere il vostro palato con l'assagio di vini diversi, a volte scontrosi a volte subito buoni, altre volte delle notevoli ciofeche, sicuramente vini non banali.

2 Commenti

  1. Ciacco,
    sei un grande.
    Quando leggo dei tuoi vini mi bagno.
    Maule l'hai bevuto?
    A presto

  2. Maule della Valpolicella? No, purtroppo no! Ti avanza qualche bottiglia in cantina?

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>