siori e siori qui non si vende ma si regala!
Anche se molti politici e simpatizzanti dei diversi schieramenti non se ne sono ancora accorti, il 9 novembre del 1989, giorno della caduta del Muro di Berlino, rappresenta una di quelle date epocali che fungono da spartiacque storico. Era dunque lecito attendersi, che il crollo del Muro si portasse via anche le chincaglie ideologiche vecchie di qualche secolo. Ma la lungimiranza non è certo una delle migliori doti del popolo italiano.
Nei giorni immediatamente precedenti a queste nuove elezioni, indette per il 13 e 14 aprile abbiamo assistito a quello che con termine logoro e abusato, non riesco a definire in altro modo che “teatrino della politica”.
La dichiarazione d'intenti per una campagna elettorale realistica ed all'insegna del bon-ton, ha retto fino al momento di serrare i ranghi per l'assalto finale alla conquista dei seggi. Noto di sfuggita, e con favore, come nonostante una grottesca conclusione, non si sia giunti agli infimi livelli della contemporanea propaganda elettorale statunitense, dove la vita privata di amanti e subrettine sembra rappresentare l'interesse focale dell'elettorato Usa.
La campagna elettorale nostrana, al contrario di quella precedente, a parte qualche trascurabile e marginale “sparata” dei soliti noti, è stata dunque caratterizzata da proposte verosimili e da un radicale abbassamento nei toni e nel livello, dello scontro politico.
Ma venerdì 11 aprile, durante la trasmissione Matrix, è finalmente andato in onda uno show capace di portarci indietro negli anni, e che tutti attendevano con ansia: il cavaliere, messa da parte l'aria compita abbandonata soltanto per le dichiarazioni al limite della querela rilasciate su Antonio Di Pietro, ha dato vita ad un' autentica esibizione da cabaret che ha saputo monopolizzare l'attenzione di oltre cinque milioni di telespettatori.
Siori e siori, qui non si vende ma si regala, sembrava suggerire l'imbolsito e sorridente Berlusconi. Se due anni fa nella celebre puntata di Porta a Porta del duello con Prodi, aveva in chiusura calato l'asso dell'Ici, a Matrix il tele-imbonitore dopo l'abolizione dei bolli per auto e moto, ha provato, mentre il conduttore tentava di allontanarlo, a spiegare agli italiani come si vota, indicando in quale punto della scheda elettorale dovevano posizionare la propria crocetta di preferenza. Troppo anche per Mentana, che ha dovuto far sfumare il fac-simile della scheda elettorale per evitare il prosieguo di una spassosissima scenetta d'avanguardia comica.
L'accreditata testata anglosassone The Economist, con facili doti di preveggenza, il 10 aprile pubblicava l'articolo Return of the jester (il ritorno del buffone) dove l'editorialista, notava tra l'altro, che se sino a qualche giorno prima il jester si era lasciato semplicemente andare a “battute stupide o sessiste che non potevano danneggiarlo”, martedì 8 aprile “un lato più sinistro è emerso quando Berlusconi ha dichiarato che i magistrati dovrebbero fare dei controlli sulla sanità mentale”.
Vista da lontano l'Italia deve sembrare proprio un paese divertente, e chissà quante altre gag d'avanspettacolo dovremo sopportare nei prossimi cinque anni, amareggiati dal compatimento dei nostri vicini Europei…