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Scritto da nel Bologna, Numero 37 - 16 Aprile 2008 | 0 commenti

circumnavigare Bologna

La piccola Bologna, relegata dai quotidiani e dai telegiornali nazionali ad un ruolo di subalternità rispetto alle metropoli italiane, è tornata a far parlare di se con un'iniziativa che presto verrà imitata da molti comuni.

Lo stupore, legato al fatto di vedere scorrere numerose immagini della mia città, durante uno dei maggiori telegiornali nazionali, mi ha portato a documentarmi sulla nuova iniziativa varata dal Comune in collaborazione con la Polizia Municipale, e denominata Scout.

Il vecchio Sirio, la giovane Rita e il neonato Scout, nonostante i nomi accattivanti che possono evocare l'eco astrologico o il bonario educatore delle giovani marmotte, sono in realtà altrettanti sistemi di telecontrollo, che garantiscono annualmente al comune entrate milionarie(46 milioni di euro per il solo 2007), e su cui, a partire dai Giudici di Pace e proseguendo fino alla Cassazione, non si è ancora avuta una pronuncia univoca sulla correttezza di determinate procedure sanzionatorie.

Tralasciando i cavilli giudiziari, il sempre illuminato Assessore alla Mobilità Maurizio Zamboni, ha rilevato con piacere le 70 contravvenzioni elevate dal neonato sistema durante le sue prime ore d'attività. L'appagamento dell'assessore ha poi raggiunto il culmine, quando con eroico furore, lo stesso Zamboni ha illustrato come le meraviglie della tecnologia, permetteranno di non dover far scendere dall'auto i vigili, guadagnando cosi' tempo utile per continuare i controlli. Questa logica patrimoniale captatoria, sanzionata della Corte di Cassazione con la sentenza n. 24526 del 6 ottobre 2006 in merito agli autovelox, costerà ai bolognesi una cifra stimata tra i 100 ed i 120 pro-capite, o almeno questa era la cifra prevista per lo scorso anno, prima dell'introduzione di Scout, di svariati telered e dell'estensione in periferia delle zone di sosta a pagamento. E' quindi ragionevole presupporre un aumento sensibile di queste nuovo dazio, di cui i comuni non riescono più a fare a meno.

La sacrosanta e condivisibile battaglia per la legalità indetta dal Primo Cittadino, oltre a moralizzare i comportamenti indisciplinati di molti automobilisti, sta sortendo inoltre il positivo effetto di gonfiare a dismisura il bilancio comunale: questo è un mirabile esempio, di come l'etica possa a tratti coincidere con l'economia, al contrario di quanto i noiosi pensatori affermano a partire dalla Grecia classica.

Mentre l'incorruttibile Zamboni si pace del suo ultimo successo, l'ennesimo che calerà come un colpo di scure sul portafogli dei bolognesi, perde di vista un piccolo dettaglio: chiunque abbia avuto nel capoluogo felsineo, la malasorte di dover utilizzare un automezzo privato, si è dovuto misurare con un piano traffico dai contorni farneticanti. Sembra che questo, invece di essere disegnato da illuminati architetti, sia stato tratteggiato a colpi di pennello da un imbianchino ubriaco: vie del centro che una volta percorse sboccano su un doppio divieto di svolta, una periferia in zona Saffi e Corticella di fatto impraticabile per chiunque non possieda una conoscenza almeno decennale del meandro di viuzze che intersecano l'ippodromo. E l'elenco degli esempi potrebbe tranquillamente dilungarsi.

A pensar male si commette peccato, ma l'augurio, è che la moralizzazione dell'indisciplina raggiunga in breve tempo i risultati sperati, così da permettere all'amministrazione comunale di lastricare d'oro la pavimentazione che porta a Palazzo D'Accursio, o di compiere altri utili interventi…

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