L'ultimo omaggio di Norberto Bobbio
“Dall'osservazione dell'irriducibilità delle credenze ultime ho tratto la più grande lezione della mia vita. Ho imparato a rispettare le idee altrui, ad arrestarmi davanti al segreto di ogni coscienza, a capire prima di discutere, a discutere prima di condannare. E poiché sono in vena di confessioni, ne faccio ancora una, forse superflua: detesto i fanatici con tutta l'anima”.
Norberto Bobbio in libreria dallo scorso 11 marzo, Contro i nuovi dispotismi. Scritti sul berlusconismo (Dedalo) è una raccolta di svariati saggi e articoli in cui Norberto Bobbio, negli ultimi anni della sua vita, affrontò il fenomeno del berlusconismo.
Il libro, a cura di “Critica liberare”, non fa che sottolineare, ancora una volta, la lungimiranza che da sempre contraddistinse l'opera del filosofo piemontese, quasi un ultimo omaggio alla folla dei suoi estimatori. Nato a Torino nel 1909, fu allievo di Solari, seguendo le orme del quale guadagnò la cattedra di Filosofia del diritto prima a Camerino, poi a Siena e a Padova. Con Vittorio Foa, Massimo Mila, Leone e Natalia Ginzburg, collaborò nel gruppo torinese di “Giustizia e Libertà”, aderendo nel 1942 al Partito d'azione.
Nonostante la militanza nel periodo della Resistenza, Bobbio scelse di non partecipare mai attivamente alla vita politica del nostro paese, senza tuttavia precludersi la possibilità di farne in qualche modo ancora, e per sempre, parte. Costantemente presente e partecipe nel dibattito politico dell'ultimo trentennio, il filosofo ha rappresentato un importante punto di riferimento all'interno del panorama intellettuale italiano. Nominato senatore a vita nel 1984, dall'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, Norberto Bobbio è stato a lungo considerato l'autorevole voce della coscienza critica della sinistra italiana, quella stessa sinistra cui volle lasciare in eredità la sua lunga riflessione filosofica su ciò che amava chiamare “la politica dei diritti”.
Estimatore della libertà, nel suo concetto più nobile, fautore della democrazia e convinto sostenitore della tesi secondo la quale questi due termini devono necessariamente costituire un inscindibile binomio, a dispetto di ciò che la storia del '900 ha invece dimostrato. Qualcuno lo definì un filosofo abituato a pensare (e a insegnare) per dicotomie, senza tuttavia far mai prevalere un termine rispetto all'altro, ma, al contrario, evidenziando sempre i limiti di entrambe: analizzando, ad esempio, il fallimento del comunismo e del socialismo di Stato da un'ottica liberale, e allo stesso tempo evidenziando le mancate promesse di eguaglianza sociale negli Stati liberali da un punto di vista marxista.
Nella riflessione di Bobbio, scevra da qualsivoglia pretesa di verità assoluta, si fece spazio un'unica e imprescindibile opposizione: quella contro il dispotismo. A quattro anni di distanza dalla sua scomparsa, Contro i nuovi dispotismi, ne ricorda la profondità e l'acutezza d'ingegno. Nella disamina di temi quali: i finanziamenti a Forza Italia, la sua forma-partito, il silenzio e la complicità dell'opposizione, il monopolio televisivo, le vecchie e nuove forme di dispotismo e populismo, il lettore potrà tornare ad assaporare l'innata capacità di condurre un'analisi politica con perfetto rigore scientifico al di là di qualsiasi livore, così come Norberto Bobbio sapeva fare. Un motivo in più per rimpiangere un grande pensatore del nostro secolo.
Norberto Bobbio in libreria dallo scorso 11 marzo, Contro i nuovi dispotismi. Scritti sul berlusconismo (Dedalo) è una raccolta di svariati saggi e articoli in cui Norberto Bobbio, negli ultimi anni della sua vita, affrontò il fenomeno del berlusconismo.
Il libro, a cura di “Critica liberare”, non fa che sottolineare, ancora una volta, la lungimiranza che da sempre contraddistinse l'opera del filosofo piemontese, quasi un ultimo omaggio alla folla dei suoi estimatori. Nato a Torino nel 1909, fu allievo di Solari, seguendo le orme del quale guadagnò la cattedra di Filosofia del diritto prima a Camerino, poi a Siena e a Padova. Con Vittorio Foa, Massimo Mila, Leone e Natalia Ginzburg, collaborò nel gruppo torinese di “Giustizia e Libertà”, aderendo nel 1942 al Partito d'azione.
Nonostante la militanza nel periodo della Resistenza, Bobbio scelse di non partecipare mai attivamente alla vita politica del nostro paese, senza tuttavia precludersi la possibilità di farne in qualche modo ancora, e per sempre, parte. Costantemente presente e partecipe nel dibattito politico dell'ultimo trentennio, il filosofo ha rappresentato un importante punto di riferimento all'interno del panorama intellettuale italiano. Nominato senatore a vita nel 1984, dall'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, Norberto Bobbio è stato a lungo considerato l'autorevole voce della coscienza critica della sinistra italiana, quella stessa sinistra cui volle lasciare in eredità la sua lunga riflessione filosofica su ciò che amava chiamare “la politica dei diritti”.
Estimatore della libertà, nel suo concetto più nobile, fautore della democrazia e convinto sostenitore della tesi secondo la quale questi due termini devono necessariamente costituire un inscindibile binomio, a dispetto di ciò che la storia del '900 ha invece dimostrato. Qualcuno lo definì un filosofo abituato a pensare (e a insegnare) per dicotomie, senza tuttavia far mai prevalere un termine rispetto all'altro, ma, al contrario, evidenziando sempre i limiti di entrambe: analizzando, ad esempio, il fallimento del comunismo e del socialismo di Stato da un'ottica liberale, e allo stesso tempo evidenziando le mancate promesse di eguaglianza sociale negli Stati liberali da un punto di vista marxista.
Nella riflessione di Bobbio, scevra da qualsivoglia pretesa di verità assoluta, si fece spazio un'unica e imprescindibile opposizione: quella contro il dispotismo. A quattro anni di distanza dalla sua scomparsa, Contro i nuovi dispotismi, ne ricorda la profondità e l'acutezza d'ingegno. Nella disamina di temi quali: i finanziamenti a Forza Italia, la sua forma-partito, il silenzio e la complicità dell'opposizione, il monopolio televisivo, le vecchie e nuove forme di dispotismo e populismo, il lettore potrà tornare ad assaporare l'innata capacità di condurre un'analisi politica con perfetto rigore scientifico al di là di qualsiasi livore, così come Norberto Bobbio sapeva fare. Un motivo in più per rimpiangere un grande pensatore del nostro secolo.