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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 34 - 1 Marzo 2008 | 0 commenti

In omaggio a Lalla Romano

Si è inaugurata a Roma, lo scorso 27 febbraio, la mostra “Lalla Romano, un secolo”. Nel centenario della nascita, la capitale, ha deciso di rendere omaggio alla grande scrittrice piemontese con una mostra antologica di manoscritti, documenti, dipinti, fotografie e disegni che ricostruiscono il percorso letterario e pittorico di una delle più importanti voci del '900.
Nata a Demonte (Cuneo) agli inizi del secolo, Lalla Romano cresce e si forma in un ambiente ricco di fermenti culturali. Negli anni venti frequenta la facoltà di Lettere presso l'Università degli Studi di Torino, dove entra in contatto con i prof. Ferdinando Neri e Lionello Venturi, e sotto consiglio di quest'ultimo inizierà poi a frequentare la scuola pittorica di Felice Casolari. L'intera esistenza della Romano è segnata dall'arte nel suo concetto più ampio, e la passione viscerale per le accezioni particolari di poesia e pittura sarà a fondamento di quel legame indissolubile fra la vita della scrittrice e le sue opere, tanto che la mancata conoscenza della biografia porterà necessariamente ad una visione incompleta della sua arte.
Incoraggiata alla poesia da Eugenio Montale, che ne riconobbe immediatamente il talento, Lalla Romano pubblica nel 1941 la sua prima raccolta, dal titolo Fiore. Negli anni della guerra aderisce al Partito d'Azione ed entra a far parte della banda partigiana “Giustizia e Libertà”. Di quegli stessi anni è l'incontro con Cesare Pavese che le commissiona la traduzione dei Trois contes di Flaubert, incontro destinato a trasformarsi in una lunga amicizia, tanto che sarà lo stesso Pavese dieci anni più tardi, insieme ad Elio Vittorini e Natalia Ginzburg, a sostenerla nella pubblicazione di Maria, il suo primo romanzo, elogiato da Montale in una recensione sul “Corriere della Sera” e insignito del Premio Veillon. A partire dagli anni cinquanta, la vita artistica di Lalla Romano sarà un susseguirsi di piccoli e grandi capolavori letterari, favorevolmente accolti sia dalla critica che dal grande pubblico, fino alla morte, avvenuta a Milano nel 2001, nella tanto amata casa di Via Brera.
La scrittrice piemontese ha attraversato un secolo mantenendo invariata una semplicità e una freschezza innate. Curiosa osservatrice dell'universale e del particolare, non ha mai distolto lo sguardo dall'uomo e dal quotidiano, suo principale centro d'interesse. Una pagine della letteratura italiana del '900 che torna a vivere nella mostra “Lalla Romano, un secolo” (27 febbraio-31 marzo), ideata e creta da Antonio Ria, in collaborazione con Giulio Ferroni, Caterina Savarese, Maurizio Calvesi e Danilo D'Anna. La rassegna, articolata in sei luoghi di esposizione (Biblioteca Nazionale Centrale, Biblioteca Casanatense, Sede della Regione Piemonte, Sala Clementina nel complesso Monumentale del San Michele, Casa delle Letterature e Galleria 196) vuole ripercorrere l'intera produzione di Lalla Romano attraverso l'esposizione di opere edite e inedite, per rendere un ultimo e meritato omaggio ad una grande artista.

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