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Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 33 - 16 Febbraio 2008 | 0 commenti

Il mio nome è nessuno (Parte Terza)

Benvenuti all’ennesima puntata della telenovela vitivinicola che da sempre appassiona il mondo degli enonauti: FILARI.
Questa telenovela racchiude in se vari racconti, epopee che si intrecciano, lotte intestine tra guelfi e ghibellini che si protraggono da secoli, tra “Davidi e Golii” di ogni parte del mondo e tanto meglio se Davide è un piccolo vigneron biodinamico e Golia un cerbero industriale.
Ma il filare che più di tutti ultimamente ci appassiona è sicuramente nel nord-est italiano. Parla di un vino che, contrariamente alle sue genti, sta facendo molto rumore.
Come quale? Ma il Tocai ovviamente!
Vi avevo lasciato con sedute spiritiche e viticoltori imbufaliti, ma è meglio fare un riassunto delle puntate precedenti.
Nel corso degli anni si registrano piccole scaramucce tra italiani e ungheresi sull’origine del nome ma che alla fine sono sempre andati d’accordo. Intervengono i francesi acquisendo la maggior parte delle aziende di Tokaj Ungherese che con gli italiani non sono mai andati troppo d’accordo, i quali vincono una vertenza a Bruxelles in cui si vieta al nord-est italiano di non poter più chiamare Tocai il Tocai (detta così sembra assurdo, è vero? E infatti lo è).
A questo punto l’Italia prova a fare la voce grossa in Europa ma scopre di avere la bronchite. I produttori friulani invece si accorgono di avere le corde vocali ben accordate ed inizia un bailamme senza precedenti: cortei funebri al Vinitaly, creazione e successive spaccature di diversi fronti (a confronto la geologia è una scienza noiosa), varie proposte sul nome che deve andare a prendere il posto del Tocai e gli immancabili ricorsi giudiziari (…al Tar del Lazio ovviamente).
Si arriva al punto che si formano due schieramenti principali: chi da un lato spinge per cambiare il nome in Tocai in Friulano iniziando da subito una campagna di promozione del nuovo nome e dall’altro chi, come la Cantina di Cormons, non si arrende.
A questo punto della vicenda le autorità italiane si armano di aerosol e riescono ad ottenere la proroga di un anno per l’utilizzo del nome Tocai, nella speranza di trovare nel frattempo una soluzione interna.
Ed è di pochi giorni fa la svolta decisiva.
Il Mipaf ha emesso un decreto con il quale si istituisce la doppia denominazione: tutti i vini V.Q.P.R.D. (Doc e Docg) di Tocai Friulano destinati ali mercati internazionali saranno chiamati “Friulano” mentre quelli destinati al mercato interno potranno ancora fregiarsi del nome “Tocai Friulano”.
Fantastico: dopo un vino fantasma e un vino senza nome, un vino schizofrenico.
Possiamo lanciare la scritta “Fine”. Io non credo.
Le disposizioni del decreto hanno valore transitorio…ALLA PROSSIMA PUNTATA.

TITOLI DI CODA.

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