Nobel Peace Prize educational games
Consiglio di visitare il sito nobelprize.org e di soffermarsi particolarmente sulla sezione educational games, dove è possibile cimentarsi in videogiochi didattici su disparate discipline: fisica, chimica, letteratura, economia, …, ispirati ai Premi Nobel assegnati in passato.
Ho trovato particolarmente interessanti due giochi (che poi effettivamente giochi non sono) nella sezione Nobel Peace Prize[1]: Conflict Map e Prisoners of War.
Nel primo si può visionare una mappa in cui sono riportate graficamente le zone di guerra nell’arco di tutto il XX Secolo: si distinguono guerre mondiali da guerre coloniali, guerre civili da guerre tra stati. Muovendo il cursore temporale in avanti si genera un’animazione che ho trovato molto significativa: sbalordisce il continuo aumento di conflitti di decennio in decennio ma, soprattutto, colpiscono quelle fiamme che si animano in Africa e Asia e che, col passare degli anni, diventano da rosse (guerre coloniali) a gialle (guerre civili), un’efficace testimonianza dei disastrosi effetti del Colonialismo.
Si può notare come in Asia e mondo arabo la decolonizzazione si manifesti in modo cruento immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale. In Africa il processo avviene più tardi (anni ’50-’70) in un clima apparentemente meno aspro ma con conseguenze molto più drammatiche. Sulla mappa è evidente l’estinzione delle fiamme rosse con un conseguente incendio giallo: il continente nero suddiviso artificialmente dalle potenze europee, mescolando in modo indiscriminato etnie e popoli eterogenei, cade nel caos. Differenti sono i destini dei nuovi stati francofoni ed ex-britannici: nei primi si manifestano rivendicazioni con tratti ideologici e culturali (negritude[2]), nei secondi la contrapposizione etnica, in particolare tra neri e minoranza arabe, è l’anticamera di mai concluse guerre civili e di un’infinita instabilità politica con l’affermarsi di dittature oligarchiche e la feroce repressione di minoranze etniche, religiose e politiche, senza contare le ingerenze più o meno occulte di Europa e Stati Uniti tese allo sfruttamento neocoloniale delle risorse africane.
Si è parlato di guerra, passiamo ora alle sue regole: The Prisoners of War Game è un’introduzione alla Convenzione di Ginevra e al mondo della Croce e Mezzaluna Rossa Internazionale. Il gioco consiste nel gestire un campo di prigionia in zona di guerra, ma, prima di tutto, bisogna testare le proprie conoscenze. Si comincia nello scegliere tra Croce Rossa o Mezzaluna Rossa: i due simboli non hanno alcuna valenza religiosa, la croce rossa non è altro che la bandiera elvetica al contrario, simbolo per eccellenza di neutralità; fu per volontà dell’Impero Ottomano che venne introdotta la mezzaluna per i paesi islamici. Per evitare il proliferare di nuovi simboli su base religiosa (stella di David, ecc…), nel 2005 è stato introdotto un nuovo simbolo ufficiale: il cristallo rosso.
Per ottenere l’incarico di comandante del campo è necessario superare un test sul Movimento e sulla Convenzione, dopodichè si è pronti a giocare. Per un buon esito è fondamentale conoscere bene la Convenzione di Ginevra, per questo si dispone per tutto il tempo di un compendio di articoli fondamentali[3]. Il campo deve disporre di tutte le strutture necessarie a garantire una permanenza decorosa e non umiliante per i prigionieri: infermeria (art.30), biblioteca (art.38), spazi comuni per attività ricreative (art.38) e ad uso religioso (art.34) ma soprattutto una copia della Convenzione di Ginevra accessibile a tutti i prigionieri (art.41).
Lo step successivo consiste nel decidere chi trattare da prigioniero di guerra, così come stabilito dalla Convenzione: una fotografa non accreditata (art.4), un civile sospettato di far parte dell’esercito nemico (art.5), un medico dell’esercito nemico (art.33), una volontaria di un’organizzazione internazionale (art.4), un mercenario (art.4), un pilota nemico abbattuto (art.4), … . Infine giunge l’ora di prendere decisioni per la gestione del campo: rispettare i prigionieri e i loro diritti, gestire il personale, resistere alle pressioni del Governo e dell’Esercito non sempre disposti al rispetto della Convenzione, accettare le ispezioni della Croce Rossa.
Avere successo non è cosa semplice.
L’utilità di questi games è di acquisire conoscenze e rimanere meno sorpresi dai complessi meccanismi che caratterizzano diplomazia, guerre, organizzazioni internazionali e rapporti tra stati. Non faranno vincere il Nobel per la Pace, ma è un buon inizio…
[1] http://nobelprize.org
[2] http://en.wikipedia.org
[3] http://nobelprize.org