I figli di Hurin di J.R.R. Tolkien
A circa 90 anni da che Tolkien ne cominciò la stesura, mai portata a termine, esce nelle librerie di tutto il mondo I figli di Hurin. Pubblicato in Italia da Bompiani, il romanzo incompiuto è stato completato da Christopher Tolkien, terzo dei quattro figli del celeberrimo scrittore, che per decenni ha lavorato sugli appunti lasciati dal padre.
Il ruolo di esecutore letterario assunto da Christopher, a cu già si deve l'editing del Silmarilion, ha suscitato fra i critici, e non solo, non poche perplessità. Alcuni si interrogano su quali siano le vere ragioni del voler portare a termine, mediante interventi significativi, un'opera che l'autore stesso decise di lasciare incompiuta, ipotizzando un maggiore interesse per le sicure vendite piuttosto che per amore dell'opera stessa. Altri, tuttavia, riconoscono in Christopher il legittimo erede di J.R.R. Tolkien, lui che da sempre seguì lo scrittore nella stesura dei suoi romanzi, lui che in pratica nella Terra di Mezzo vi nacque, sarebbe l'unico in grado di terminare il lavoro iniziato dal padre. I semplici appassionati poi, incuranti tanto delle vicende filologiche, quanto delle immorali speculazioni postume, sono pronti a godersi il piacere di incontrare ancora una volta il mondo fantastico creato dall'autore de Il Signore degli Anelli.
Ne I figli di Hurin, si narra di una Terra di Mezzo lacerata dalla vittoria di Morgoth e della sua mostruosa armata, di cui Sauron è il luogotenente. Hurin, reo di avere sfidato il Signore Oscuro, viene catturato, e tutta la sua famiglia maledetta. Spetterà al suo primogenito Turin, dare avvio ad una guerra contro la supremazia di Morgoth, che inevitabilmente lo porterà ad uno scontro finale dallo spettacolare scenario.
Le vicende de I figli di Hurin, al pari del Silmarillion, saranno di difficile comprensione per tutti coloro che hanno una scarsa conoscenza dei romanzi antecedenti la trilogia de Il Signore degli Anelli, o meglio essi potranno comprendere le vicende di Turin e della sua famiglia ma la miriade di personaggi che s'incontrano lungo le strade della Terra di Mezzo, rimarranno poco più che un nome difficile da ricordare.
Ancora una volta a dimostrazione del fatto che sarebbe a dir poco semplicistico ridurre l'intera opera di John Ronald Reuel Tolkien al genere fantasy, poiché egli fu in grado di creare una cosmogonia, rendendoci partecipi lettori di una vera e propria Summa, in cui ogni cosa trova il suo posto e la sua ragione d'essere.