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Scritto da nel Numero 25 - 1 Ottobre 2007, Scienza | 0 commenti

Sputnik, l' inizio di una grande corsa

Era il 4 ottobre del 1957 quando con un razzo partito dal cosmodromo di Bajkonur, nell' attuale Kazakistan, l' Unione Sovietica metteva in orbita lo Sputnik, il primo satellite artificiale nella storia dell' umanità.

Un' impresa scientifica che ebbe un' eco mondiale senza precedenti e lasciò di sasso gli Stati Uniti, che solo alla fine di gennaio dell' anno successivo riuscirono a mandare in orbita il loro primo satellite, l' Explorer 1.

Il lancio dello Sputnik, che in russo significa compagno di viaggio, fu il coronamento di un programma avviato dalle due future superpotenze alla fine della seconda guerra mondiale quando, grazie anche ai razzi V2 requisiti alla Germania, si affermò l' idea di utilizzare i missili militari come vettori per portare in orbita satelliti artificiali.

Lo Sputnik, che pesava poco più di ottanta chili ed era dotato di quattro antenne per le trasmissioni lunghe due metri e mezzo, ruotava intorno alla Terra a un' altezza compresa fra i 228 e i 947 chilometri, impiegando circa un' ora e mezzo per compiere un' orbita completa. Gli strumenti di bordo rimasero funzionanti per tre settimane, mentre il satellite si disintegrò il tre gennaio del 1958 al suo rientro nell' atmosfera.

Quella piccola sfera di alluminio, misurava 58 centimetri di diametro, che con il suo sommesso bip bip turbò a lungo i sonni dei vertici politici e militari statunitensi, è diventata il simbolo di una corsa a due verso la conquista dello spazio, a forte connotazione politica e ideologica, che ha caratterizzato il decennio fra la fine degli anni '50 e '60 del secolo scorso, fino al momento culminante della conquista della Luna.

Per dare un' idea di quello che significò per gli americani l' annuncio di radio Mosca della messa in orbita di Sputnik, sono emblematiche le parole del vicepresidente americano Lyndon Johnson : “Adesso non possiamo più perdere tempo. I russi hanno un satellite che dall' alto può fare di tutto, può persino controllarci, e in futuro possono scagliarci sulla testa bombe come sassi da un cavalcavia. “

Timori che sembrarono trovare una conferma nemmeno un mese dopo, quando l' URSS mise in orbita Sputnik-2, che aveva a bordo la cagnetta Laika, primo essere vivente inviato nello spazio. Purtroppo si trattava di un viaggio senza ritorno, perché la capsula non era dotata di un sistema di rientro e Laika fu addormentata prima che la navicella venisse distrutta al contatto con l' atmosfera terrestre.

La risposta statunitense a questo micidiale uno-due fu il lancio del già citato Explorer-1. Il 31 gennaio 1958 finiva l' incubo americano, dopo che il precedente tentativo, effettuato nel dicembre del 1957 da Cape Canaveral in Florida con un razzo Vanguard, si era concluso in un fallimento.

Al di là degli aspetti politico-propagandistici, la messa in orbita di Explorer-1 permise all' astronomo James Van Allen di ottenere il più significativo risultato dell'Anno Geofisico Internazionale, l' importante iniziativa scientifica congiunta che si tenne dal 1° luglio 1957 al 31 dicembre 1958. Analizzando i dati forniti dal satellite lo scienziato scoprì l' esistenza di fasce di radiazioni intorno alla Terra, successivamente denominate Fasce di Van Allen.

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