Se 2 euro vi sembran pochi
Talvolta, purtroppo, capita che il dibattito pubblico impazzisca come la maionese e sui temi dell'economia e della politica divida il campo in due parti perfettamente speculari: da una parte i rivoluzionari, quelli a cui non va mai bene niente e bisogna cambiare tutto, e dall'altra i reazionari, quelli che meglio di così non potrebbe andare.
Il dibattito economico sui pacchetti legislativi che portano il nome del Ministro Bersani talvolta rischia di cadere in questa spirale e la difesa del riformismo è impresa non facile né tantomeno poco importante.
In particolare ci pare doveroso interloquire con l'opinione espressa a più riprese sul sito lavoce.info, secondo la quale l'abolizione dei costi di ricarica potrebbe avere effetti controproducenti per i consumatori.
In sintesi il dubbio posto è: “siamo sicuri che le imprese, una volta abolita la parte fissa, non aumenterebbero i prezzi al minuto per aumentare i loro profitti, proprio avvalendosi della scarsa trasparenza dei piani tariffari?”.
Discutiamo dunque, punto per punto, perché l'opinione del sottoscritto, da modesto economista alle prime armi, ritiene che tale intervento sia stato il più efficace possibile per un policy maker.
Il servizio di telefonia mobile occupa il pubblico etere e pertanto è soggetto alla regolamentazione, come qualsiasi altro mercato.
La particolarità risiede nel fatto che i costi marginali delle compagnie sono praticamente nulli, ovvero la singola telefonata (pur occupando uno spazio finito) non genera costi vivi per il gestore (salvo eventuali accordi di roaming, ma in tal caso tale spesa – inclusa nella tariffa a carico dell'utente – è da imputare alla copertura dei costi fissi della rete).
Come scoprì la prima TIM dalle uova d'oro con le carte ricaricabili prepagate, un gestore di telefonia è un potente creatore di cash flow in quanto l'utente paga il servizio prima di utilizzarlo. A tale importo corrisponde un servizio. Si badi bene che la medesima considerazione vale per le promozioni che promettono un servizio 'in regalo' (SMS più o meno illimitati, chiamate infinite dopo il primo minuto) che viene definito gratuito ma in realtà costa l'importo della card da sottoscrivere più eventuali costi al minuto (scatto alla risposta, primo messaggio della giornata, primo minuto di chiamata). Cioè genera comunque un cash flow anticipato.
La transazione economica in questo mercato, essenzialmente, sta dunque nel capire per quanto tempo l'utente ha diritto di occupare la rete. E' un problema di redistribuzione del benessere tra il gestore fornitore di servizi e l'utente finale, il quale non ha potere ulteriore, all'interno del mercato, diverso dal cambio di gestore.
Negli anni stiamo assistendo alla costruzione di un oligopolio in cui il vantaggio competitivo ricercato dalle compagnie risiede nella fidelizzazione dei clienti, attraverso l'applicazione di tariffe che consentono di parlare a basso prezzo tra SIM della stessa compagnia e a caro prezzo con gli altri. Tale operazione tende a segmentare gli utenti e a togliere al telefono la funzione di mezzo di comunicazione per assomigliare sempre più ad una slot machines: 1000 minuti di telefonate da consumare in 1 mese verso 3 numeri, telefonate gratis a 19 cents a chiamata, potrai vincere il jackpot se invierai 100 sms a un amico. La teoria economica più semplice che studia i modelli di oligopolio si occupa in genere di un mercato unico non segmentato e pertanto non è adatta a spiegare fenomeni al di fuori degli schemi abituali di massimizzazione del profitto in funzione delle quantità o del prezzo: in questo caso siamo in realtà di fronte ad un mercato monopolistico (in cui il ruolo del monopolista è costituito dal cartello dei gestori) che tende a conoscere il cliente fino a proporgli la tariffa personalizzata. La massima rendita del monopolista, la minima del consumatore che è inoltre indotto a moltiplicare il numero dei propri telefoni.
In questo contesto la risposta del Governo è stata chiara e dalla parte dei consumatori: un taglio delle tariffe (o meglio un aumento del tempo al telefono) del 20% per chi ricaricava 10 euro e così via a scalare verso l'alto. Per le compagnie significa meno cash flow (più diluito nel tempo) e per gli utenti, in particolare quelli che usano il telefono nel tempo libero e non per affari), significa meno ricariche da pagare.
Nell'ipotesi in cui ci fosse un monopolio, questa manovra è convincente perché riduce la rendite delle imprese dirottandola verso i consumatori attraverso un intervento non distorsivo (ovvero non modifica le scelte dei consumatori rispetto al mercato della telefonia) oltre che progressivo rispetto ai tagli di ricarica (favorisce chi ricaricava di meno).
Al dubbio de 'la voce' la risposta della teoria economica è chiara e univoca: le compagnie avrebbero avuto comunque – e la breve serie storica dimostra che così è stato – convenienza ad aumentare le tariffe e purtroppo hanno cercato di farlo anche a scapito del rispetto delle regole di una corretta applicazione dei contratti telefonici, come abbiamo visto nei tentativi di non onorare i contratti tariffari sottoscritti senza clausole di tempo determinato. E' la regola del massimo profitto.
La regola del 'massimo profitto sotto i vincoli' sposta chiaramente il problema sulla definizione dei vincoli: ci chiediamo quale intervento avrebbe avuto un così importante effetto positivo sul benessere dei consumatori.
L'efficacia di tale intervento induce qualche considerazione di carattere generale sulle linee di politica economica che il Governo e Bersani in particolare stanno perseguendo (le liberalizzazioni nei servizi) per aumentare il benessere dei consumatori.
Quando gli ex monopoli vengono smembrati (telefonia, ma adesso anche luce e gas) la prospettiva di sviluppo del mercato prevede una redistribuzione del valore tra le imprese fornitrici (a spese dell'ex monopolista) ma effetti minori sui consumatori (intorno al 3% per le tariffe di luce e gas) sui quali gravano gli adempimenti burocratici ed i rischi di patire disservizi. In questo caso un intervento amministrativo regolatorio ha avuto invece effetto immediato e cogente ai fini del suddetto obiettivo.