O Mambo!
Una canzone di quando ero giovanissimo diceva “O mambo, mambo italiano, o mambo” e il suo ritornello mi è rimbombato nelle orecchie all'annuncio della inaugurazione del Museo arte moderna Bologna.
Questa volta una gita cortissima da casa mia di sabato mattina: pochi passi ed eccomi all'ex Forno del Pane, finalmente liberato dalle impalcature che lo coprivano da anni.
Veramente gradevole risulta l'ambiente ristrutturato, molto più caldo della vecchia (che fu inaugurata nel secolo scorso, nel 1975…) e fredda GAM vicino alla fiera.
La mostra di apertura è Vertigo. Il secolo di arte off-media dal Futurismo al web, a cura di Germano Celant con Gianfranco Maraniello. L'evento intende documentare gli sconfinamenti e le contaminazioni che si sono stabiliti a partire dalle avanguardie storiche (dal Futurismo al Suprematismo, dal Costruttivismo al Dadaismo, dal Neoplasticismo al Surrealismo) al fine di affermare la caduta dello “specifico” artistico, quale pittura e scultura, a favore di un intreccio multimediale.
Attraverso uno spettacolare allestimento curato da Denis Santachiara il percorso espositivo presenta oltre quattrocento opere tra cui libri d'artista, film, installazioni, quadri e fotografie capaci di guardare alla storia dell'arte del Ventesimo secolo come a un periodo di radicali cambiamenti, di invenzioni e innovazioni. Vertigo inquadra tutte le forme di comunicazione mediatica del secolo – dalla radio al telefono, dalla fotografia al cinema, dalla televisione al video fino alle più recenti elaborazioni digitali – attraverso un percorso espositivo che prende avvio dalle prime incursioni storiche nel campo delle tecnologie con gli esperimenti sonori e poetici di Marinetti e Schwitters, con quelli visivi e filmici di Duchamp e Dalì, per arrivare, attraverso Andy Warhol e la Pop Art, la Conceptual Art e artisti come Fernand Léger, Piero Manzoni, Yves Klein, Louise Bourgeois, Joseph Beuys, Anselm Kiefer e Bill Viola, fino ai maggiori rappresentanti della scena odierna internazionale.
Fra le opere esposte segnalo un raro esemplare di telefono trasportabile, l'immediato genitore del cellulare, che però ebbe una diffusione estremamente più limitata del suo fortunatissimo figlio! E un registratore Geloso a filo (non a nastro magnetico come quelli anche io ricordo e usai) si trova inquadrato in una sequenza che va dai grammofoni di antiquariato all'I-pod odierno. Mi ha incuriosito anche il Commodore 64 e una parete con fotografie di torri d'acqua architettonicamente carine e non anonime come quelle che si incontrano ancora in pianura.
Un appello infine ai visitatori: chi capisce il senso del video al secondo piano in fondo, sulla destra entrando nella camera illuminata dalla luce rosa è caldamente pregato di spiegarmelo!
Per concludere ci si può rifocillare al ristorante caffetteria Ex Forno, accessibile anche da via Don Minzoni fino alle due di notte, dove sabato (e domenica) a pranzo è previsto un buffet a tariffa fissa (18 euro con acqua), mentre negli altri giorni è servito un menu alla carta. Alla sera alle 19 ricco aperitivo e dopo le 22 cocktail bar.
Ulteriori informazioni si trovano sul sito http://www.mambo-bologna.org