Il 'fenomeno' Beppe Grillo e il lato oscuro della Rete – Prima parte
La rete è il nuovo 'Eldorado' per i politici e 'movimentisti' italiani. Il 'fenomeno' Beppe Grillo, il V-Day sono solo l'ultimo esempio di come Internet stia diventando terra di conquista e di manipolazione dell'opinione pubblica o di costruzione del consenso. Spulciando il web e motori di ricerca si trovano informazioni interessanti che aiutano a capire qualcosa di più di quella che sembra essere, all'apparenza, una 'rivoluzione dal basso' difficilmente catalogabile o, per lo meno, poco comprensibile a chi non ha conoscenza ed esperienza della rete, dei suoi meccanismi, del potenziale distruttivo o costruttivo di cui è dotata.
Il blog di Beppe Grillo è diventato, in poco tempo, uno dei siti più frequentati della rete a livello mondiale. Solo merito del comico genovese o dietro questo 'successo' c'è una ben precisa strategia (di marketing web) pensata e gestita da chi, della rete, è attore, protagonista e mentore?
C'è un altro blog italiano, quello di Antonio Di Pietro, che ha molte similitudini con quello di Beppe Grillo e, come faceva notare Massimo Mantellini qualche tempo fa. Se proviamo a ricercare i ' gestori' dei due siti in questione ( quello di Grillo e quello di Di Pietro) salta fuori la Casaleggio Associati (guardate in fondo alla home page del blog di Grillo nei Credits).
Chi è la Casaleggio Associati?
La società, come si legge sul loro sito: “nasce nel 2004 a Milano per volontà di cinque persone interessate alla Rete ed alla sua evoluzione.”
(..)
“L'obiettivo della società è di sviluppare in Italia una cultura della Rete attraverso studi originali, consulenza strategica, articoli, libri, newsletter, seminari e con la creazione di gruppi di pensiero e di orientamento.”
Bingo!, direbbero gli americani. E infatti è proprio dagli americani che la Casaleggio Associati ha copiato molto e in particolare dalla Bivings group.
Il Marketing virale
La Bivings group è un'agenzia leader nel social network negli USA, nasce nel 1993 matura una esperienza decennale collaborando con corporation di massimo livello. Le multinazionali come la Monsanto, ad esempio, affidano i propri messaggi a società come la Bivings Group, che manipolano l'opinione pubblica grazie al «marketing virale», intrufolandosi nei forum di discussione su internet e diffondendo le opinioni delle multinazionali sotto le sembianze di «comuni cittadini». Le multinazionali hanno imparato che il modo migliore per affermare il proprio punto di vista è stare in disparte e lasciare che a sostenerlo siano dei comuni cittadini.
Non vi sembra che anche nel caso di Beppe Grillo e dei 'grillini' vi siano molte analogie?
Un articolo sul sito web della Bivings intitolato “Marketing virale: come infettare il mondo” avverte che “(…) è importante prima “ascoltare” quello che viene detto on-line… una volta che vi siete collegati in questo mondo, è possibile inserire su questi canali dei messaggi, che presentano il vostro punto di vita come quello di una disinteressata terza parte… Forse il più grande vantaggio del marketing virale è che il vostro messaggio è posto nel contesto in cui è più probabile che sia preso in seria considerazione.” Sul sito della Bivings viene citato un dirigente della Monsanto che ringrazia l'azienda di pubbliche relazioni per il suo “straordinario lavoro”.
“A volte”, si vanta la Bivings, “vinciamo dei premi. A volte soltanto il nostro cliente conosce il ruolo preciso che noi abbiamo giocato. In altre parole, a volte la gente non ha la minima idea di essere manipolata da impostori.”
Riprendiamo da un post su un Meetup:
“Se pensiamo alla struttura dei due siti ( quello di Grillo e quello della Bivings – ndr), che sono sostanzialmente identici, addirittura nella scelta dei colori, nella disposizione dei link, nella mappa e organizzazione del sito, che fra l'altro trattano la stessa materia, fanno gli stessi studi sull influenza di internet e sulle reti sociali on-line, con particolare interesse per le applicazioni in politica:
- studio sulla politica, Bivings group
- studio sulla politica, Casaleggio associati
Leggiamo quello della Casaleggio:
La vita dei siti dei partiti politici è scandita dalle scadenze elettorali. Gli indecisi prendono le proprie scelte nei 30 giorni precedenti le elezioni e tendono ad utilizzare tutti i media a loro disposizione per informarsi. [...] Riuscire ad influenzare il voto degli elettori è l'obiettivo primario in periodo di elezioni.
Abbiamo scaricato, dal sito della Casaleggio, questo report: “Novembre 2004 I partiti politici on line in Italia. Dati, interviste e trend della politica on line in Italia” dove leggiamo:
Gli obiettivi
- Convincere gli indecisi a votare il proprio partito.
- Comunicare senza intermediazioni ai cittadini.
- Ricevere finanziamenti direttamente, tramite iscrizioni al partito o acquisto di merchandising.
- Avvicinare le persone al partito, soprattutto i giovani ai quali piace poco frequentare le sezioni locali del partito.
- Mettere a disposizione tutti i materiali e le informazioni per le sedi locali.
- Promuovere le attività delle sezioni locali e dei loro candidati.
- Fare pressioni politiche con iniziative di coinvolgimento attivo del pubblico.
- Costruire programmi politici assieme agli elettori.
- Tenere il contatto con i simpatizzanti con newsletter.
In pratica è quello che sta accadendo con i Meetup di Grillo. Il blog di Beppe Grillo funziona da catalizzatore, promotore e da 'fornitore' di materiali, , i meetup sono le 'sezioni locali', il coinvolgimento attivo sono la raccolta di firme, non c'è intermediazione ma filo diretto di comunicazione attraverso il web.
I blog di Antonio Di Pietro, e di Beppe Grillo concepiti e gestiti dalla Casaleggio e Associati (gli stessi di Beppe Grillo) stanno realizzando un progetto e quelli della Casaleggio hanno capito che i messaggi semplici, diretti e con un tocco di populismo in rete funzionano sempre.
(…)
La strategia mediatica e le tecniche
Ricapitaliamo… Il 'fenomeno' Grillo non sembra essere così 'naif' ma un progetto di web-marketing e comunicazione studiato a tavolino e con ben definiti obiettivi e caratteristiche mutuate da esperienze già attive e realizzate. La rete diventa il mezzo di manipolazione dell'opinione pubblica e di cambiamento dei modi e del sistema di relazione e azione. Le tecniche usate e facilmente individuabili sono le stesse della pubblicità applicate a prodotti non materiali ma, come in questo caso, a opinioni e alla formazione di 'consumatori-utenti' di un progetto politico.
Leggiamo al definizione di 'marketing-virale' e avremo altre informazioni:
Il marketing virale è un tipo di marketing non convenzionale che sfrutta la capacità comunicativa di pochi soggetti interessati per trasmettere il messaggio ad un numero esponenziale di utenti finali. È un'evoluzione del passaparola, ma se ne distingue per il fatto di avere un'intenzione volontaria da parte dei promotori della campagna. Il principio del viral marketing si basa sull'originalità di un'idea: qualcosa che, a causa della sua natura o del suo contenuto, riesce a espandersi molto velocemente in una data popolazione. Come un virus, l'idea che può rivelarsi interessante per un utente, viene passata da questo ad altri contatti, da questi ad altri e così via. In questo modo si espande rapidamente, tramite il principio del “passaparola”, la conoscenza dell'idea.
Un altro termine e metodo è il 'guerrilla advertising' dove si collaudano e si sfruttano tutti i nuovi percorsi della mente connettiva. La guerrilla non colpisce la massa ma il singolo, invertendo il meccanismo di generazione di notorietà. Gli attacchi di guerrilla infatti generano spiazzamento, lo spiazzamento produce passaparola, il passaparola si diffonde in maniera “virale” nella popolazione. E la diffusione virale garantisce notorietà al prodotto. L'importante è riuscire a catturare l'attenzione dell'utente-consumatore in maniera originale, perchè ormai siamo 'assuefatti' e quasi 'impermeabili' ai messaggi veicolati dai media tradizionali.
Il guerrilla advertising ha una sorta di piano di battaglia suddiviso in tre fasi:
1. Fase teaser, preparatoria, caratterizzata da attacchi sporadici e da attività propagandistica al fine di incuriosire;
2. Fase della guerrilla vera e propria: le azioni si intensificano e la marca si svela al pubblico;
3. Fase di consolidamento, in cui le operazioni diventano convenzionali e, se possibile, si passa ai mezzi di comunicazione tradizionali. Questa fase si verifica anche se l'attacco è riuscito e quindi se la guerrilla ha prodotto i risultati voluti.
Al punto 1 mettete le iniziative di Grillo ( il blog, la campagna Parlamento pulito, le inserzioni sui giornali ecc.ecc.)
Al punto 2 mettete il V-Day e le liste civiche 'certificate'
Al punto 3 mettete il passaparola, i Meetup e i comitati che nasceranno per le liste cicivhe.
Una parte del piano sembra che sia stata realizzata…
- Continua su www.canisciolti.info
Note:
Il marketing virale da Wikipedia
Guerrilla advertising da Wikipedia ( in inglese)
La pubblicità, il marketing e la guerrilla
I persuasori fasulli
Vi sono aziende che inventano cittadini fittizi per cercare di cambiare il nostro modo di pensare
La mente del 'fenomeno' Beppe Grillo?
Interessante filmato su You Tube con Gianroberto Casaleggio ( Presidente e socio fondatore della Casaleggio Associati e che è il gestore del blog di Beppe Grillo )
Ipse dixit:
La Rete ha una valenza anticapitalista, con la sua diffusione aumenta il valore delle idee e della conoscenza e diminuisce quello del denaro
dall'articolo “Gli alberi nella neve” di Gianroberto Casaleggio, pubblicato su Web Marketing Tools del settembre 2001