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Scritto da nel Numero 24 - 16 Settembre 2007, Tempo e spazio liberi | 0 commenti

Oltre l'Oracolo

Mentre gli economisti, i sociologi e i politici si preoccupano di discutere sulla rappresentatività delle istituzioni, sulla solidità della Repubblica e sulla Giustizia delle sue Leggi, l'Italia fa sport.

Calcio, basket, pallavolo, rugby vedono impegnate le nostre compagini nazionali nei tornei europei e mondiali. Altro che globalizzazione e competizione internazionale: il nostro Arengo aveva già issato la bandiera nazionale, come ricorderete dal numero scorso[1].

Sanno anche gli attenti lettori del Mondo nel Pallone che la storia dello sport e della politica collassano in alcuni punti dell'Universo e si fondono, si confondono e alimentano la profonda intimità umana. Gli antichi conoscevano con attenzione questi segnali divini e ai Giochi Olimpici conferivano una sacrale ritualità.

Al di là delle elucubrazioni metafisiche, è indubbio che gli atleti che scendono in campo con una divisa siano influenzati – nel proprio karma interiore, nel proprio equilibrio sportivo – dalle situazioni che interessano la società titolare della maglia che indossano. Vale per i club privati, vale per le Nazionali. Gli azzurri rappresentano l'Italia, con le difficoltà e le diverse sfaccettature.

La Nazionale di calcio rappresenta gli aspetti più negativi del Paese (perlomeno secondo un giudizio simile a quello del popolo del V-Day verso la politica): i suoi calciatori non sono nient'altro che arricchiti ed ignoranti, balocco del potere economico e oppiaceo per le masse.

Il Basket e la Pallavolo sono un'alternativa diffusa in molte delle nostre province: sono sport cosiddetti minori, perché più fragili dal punto di vista economico (cioè più poveri) e meno seguiti da parte della maggioranza delle persone. Chi ne è appassionato capita che non segua il calcio e quando lo disprezza può apparire che si compiaccia della propria elitaria superiorità. Quest'anno stiamo assistendo alla fuga dei campioni, che lasciano la nostra Italia per raggiungere il sogno americano della NBA.

Il Rugby sta cambiando molto, da quando i nostri azzurri hanno cominciato a partecipare al Torneo delle Sei Nazioni con le più forti squadre europee. Lo sport piace, per la semplice rudezza che da anni manca ma una volta era di gran voga, tra le botte del pugilato e la fatica delle salite in bici.

L'Oracolo potrebbe leggerne i risultati e azzardare una riflessione.

La Nazionale di calcio ha totalizzato una vittoria fuori casa ed un pareggio contro la Francia: un buon successo. Basket e pallavolo sono miseramente fallite, specie la pallacanestro, dopo una prestazione priva di carattere e non in grado di organizzare il copioso talento a disposizione. A Rugby andiamo avanti, passo dopo passo, nonostante le batoste che da anni stiamo cercando di superare.

Forse non a caso l'Oracolo potrà ritenere che continuerà ad essere tutto come prima. Chi vince, chi perde, chi lavora. Come diceva il fondatore delle moderne Olimpiadi, Pierre De Cubertin, ha ragione chi capisce che l'importante è partecipare.


[1] Numero23/basket_JL

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