Mercurio, un emarginato cosmico
Dopo la retrocessione di Plutone, Mercurio, con i suoi 4.800 chilometri di diametro, è diventato il pianeta più piccolo del sistema solare.
Ma al di là delle sue dimensioni, questo corpo celeste non sembra aver mai goduto di molta considerazione in ambito scientifico, come dimostrano le circostanze che hanno portato all' unica missione spaziale che lo ha riguardato.
Il 3 novembre 1973 da Cape Canaveral veniva lanciata la sonda Mariner 10. Era uno strumento, del peso di circa mezza tonnellata, dotato di diverse apparecchiature scientifiche: un'antenna per le comunicazioni radio con la Terra, una coppia di telecamere, un magnetometro, un radiometro infrarosso e uno spettroscopio ultravioletto.
La missione del Mariner 10 era stata progettata per un solo passaggio ravvicinato nei pressi di Venere. Fu l'astronomo italiano Giuseppe Colombo ad avere l'intuizione di sfruttare il campo gravitazionale di quel pianeta per dirigere la sonda verso Mercurio. L'idea fu proposta alla NASA che l'accettò, grazie a questo suggerimento la portata scientifica della missione aumentò notevolmente.
Fra il 1974 e il 1975 la sonda ebbe tre incontri ravvicinati con Mercurio, nel corso dei quali riuscì a fotografare, con una risoluzione di un chilometro, quasi la metà della superficie del pianeta.
Le immagini trasmesse dal Mariner hanno in parte segnato il destino di Mercurio nell'ambito dell'esplorazione spaziale. Dalle fotografie è emerso un corpo celeste di aspetto molto simile alla Luna, praticamente privo di atmosfera, geologicamente morto e dalla superficie fittamente ricoperta di crateri. Questa somiglianza potrebbe in parte spiegare lo scarso interesse che il pianeta più interno del Sistema Solare ha ricevuto in seguito, tanto che dopo il Mariner non è più stato esplorato da nessuna altra sonda.
Ma è al suo interno che Mercurio mostra una sostanziale differenza con il nostro satellite. Il pianeta ha un nucleo composto quasi completamente da materiale ferroso, sorgente di campo magnetico, circondato da un mantello di silicati, a sua volta ricoperto da una crosta, proprio come la Terra.
Il periodo siderale di Mercurio, la durata di un' orbita completa intorno al Sole, corrisponde a 88 giorni terrestri. Il pianeta ruota molto lentamente su se stesso, il giorno, cioè la durata di una rotazione completa, è pari a 59 giorni terrestri. Mercurio compie così tre rotazioni ogni due rivoluzioni intorno al Sole. Il risultato è che un qualsiasi punto della sua superficie rimane esposto ai raggi solari per 176 giorni terrestri. Data la vicinanza del Sole, circa 58 milioni di chilometri, la temperatura alla superficie durante l'insolazione supera i 400 gradi, per precipitare sul lato in ombra fino a 180 gradi sotto zero, una bella escursione termica !
Anche nell'immaginario collettivo il povero Mercurio si è trovato emarginato, surclassato dall'interesse, e dalla fantasia, che Venere e Marte suscitavano come possibili pianeti abitati da creature extraterrestri.
Ma ora sembra essere giunta anche per lui l' ora della riscossa scientifica, La NASA ha lanciato nel 2004 la sonda Messenger, il cui primo incontro ravvicinato col pianeta, previsto per gennaio 2008, sarà seguito da altri due incontri, Ottobre 2008 e Settembre 2009, prima dell'ingresso in orbita intorno a Mercurio previsto nel 2011. Inoltre, dal 2009 partiranno le missioni spaziali del programma ESA BepiColombo, dedicate esclusivamente all' esplorazione di Mercurio.