Chisciotte e gli invincibili
Scrive Erri De Luca: “Invincibili sono quelli che non si lasciano abbattere, scoraggiare, ricacciare indietro da nessuna sconfitta e dopo ogni batosta sono pronti a risorgere e a battersi di nuovo. Chisciotte che si tira su dai colpi e dalla polvere, pronto alla prossima avventura, è invincibile”
Chisciotte, senza don, per non equivocare
In questa sua recente opera scritta, resa spettacolo teatrale e ora anche in DVD, Erri De Luca ci presenta questo ultimo cavaliere errante che, senza invito, si presenta e resta. Il suo ricordo sopravvive, anche oltre quello di re e potenti, resta questo scalcagnato cavaliere e il suo ronzino che con l'asino e Sancho Panza, resistenza e spalla di Chisciotte, formano l'avventura degli invincibili.
Invincibili non sono quelli più in alto, che possono solo cadere, ma quelli che non si lasciano ricacciare indietro. Per questo in questa ora e mezza di spettacolo l'atmosfera è piena di commozione e di ironia, di ammirazione e rispetto.
Nello spettacolo si sentono versi anche di altri poeti, oltre a Erri, vibrano musiche, luci e suoni. Due musicisti accompagnano il racconto Trinità (Gianmaria Testa) che le musiche le suona, le canta e le fa e Polmone (Gabriele Mirabassi) massimo virtuoso del clarinetto.
Seduti intorno a un tavolo, come di osteria, con un sorso di vino rosso, si fanno quattro chiacchiere fra amici, con una quarta seggiola vuota, per il Chisciotte che vuole sedervisi e ben comprende chi sa che si impara, cantando e parlando e ascoltando anche sui tavoli di osteria, controllando il livello dei liquidi. Nell'opera si inseriscono battute ironiche e molte canzoni, selezionate che meglio esprimono l'essere invincibile. Una musica di altissimo livello, senza la quale Erri, dice, non avrebbe mai azzardato questo spettacolo.
Questo l'elenco degli invincibili:
- Nives Meroi, una donna che gioca pulito col mondo, salendo oltre i 3.000 metri senza ossigeno e senza portatori.
- Donne e uomini della valle di Susa che difendono il loro territorio
- Migratori che nessun naufragio ferma e che ricordano i nostri antenati che partendo lasciavano affetti, amore e dal porto di Genova, Napoli smaltivano a Ellis Island una quarantena, come animali ispezionati. Oggi i nostri immigrati uomini e donne fanno figli che noi non facciamo, hanno odori che noi non abbiamo più….
- e Dulcinea sarà e Dulcinea sarà ogni giorno più bella! La donna migratora e la potenza della donna. Alpinisti sul massiccio del Bianco colti da una tempesta e sopravvissuti, quelli che avevano a casa una donna che li aspettava. Amore senza bacio non è amore: il bacio è il vertice dell'amore la massima intimità poi viene il resto.
- Ronzinante che ci accompagna. Le buone cause usano persone non all'altezza: Mosé che era balbuziente e che aveva tante cose da spiegare al faraone e che forse per non balbettare aveva imparato a cantare.
- Izet Sarajlic, poeta che è rimasto con i suoi a fare la fila per il pane, lungo i viali delle pallottole, attento ai cecchini, a Saraievo. Cosa deve fare un intellettuale e un personaggio: “deve stare”, anche senza scrivere o pubblicare appelli, restare “ma io non vedo l'ora di poter tornare a scrivere le mie poesie di secondo dopoguerra”. E di Izet molto altro si ascolta e si impara.
- Abbiamo saltato il turno della guerra, grazie al fatto che i nostri padri l'hanno fatta per noi e nella costituzione l'hanno voluta allontanare per sempre. Ci impicciamo in quella degli altri e la mettiamo a budget, ma l'abbiamo saltata. Guerra è quando i giovani sognano di diventare vecchi! Lili Marleen titolo di una canzone che ha accompagnato e avvelenato una grande leva della nostra “meglio gioventù”. Anche i versi di Ungaretti si uniscono a queste chiacchiere e i giovani che muoiono sotto le bombe sono gli invincibili nello stesso modo col quale “il disertore” della canzone di Boris Vian chiude la porta e non ritira la cartolina di chiamata per andare a morire per non importa a chi. Canzone che invita alla disobbedienza e che, censurata, passò lo stesso fra i tavoli di osteria. Musica leggera che riesce a essere pesante. Nel '900 eserciti contro popolazioni inermi non contro altri eserciti; quei vincitori hanno nascosto le impronte ma “le voci dei sangue di Abele, sono chiamanti a me dal suolo” come è scritto nell'antica lingua ebraica del monoteismo. Il proprietario delle scarpe 43, che a Oswiecim, guarda la vetrina dei piccoli sandali esposti nel museo appartenuti ad altri bambini e si sente in colpa, per essere cresciuto e avere ora il numero 43 di scarpe.
Nella primavera del '99 da Aviano – Italia- le famiglie facendo il picnic guardavano i bombardieri partire verso Belgrado. Versi di Bertolt Brecht si riferiscono al popolo tedesco che ha imparato a non fare la guerra.
- Indifferenza: Chisciotte non sa cosa vuol dire e si butta sempre a capofitto, c'e sempre e con slancio e non consente che alcuno subisca dei torti.
- Fabrizio De André, insieme al poeta napoletano Rocco Galdieri, non potevano mancare in questa compagnia e li troviamo solidali con i suicidi, anche loro messi nel mazzo degli invincibili, che ci lasciarono in faccia lo schiaffo di un addio, sbattendoci la porta.
- I prigionieri, come lo sono stati Chisciotte, Cervantes e Nazim Hikmet che riceve in prigione la moglie, che vi porta prato, rose, perle e libertà. E infine i piedi: piedi prigionieri nelle scarpe, loro che in prigione sono quelli che più soffrono perché nati per portare lontano subiscono tutta la sofferenza della prigionia.
- E altro….molto altro.
Questo è un elenco nell'opera trovate poesia allo stato puro! Un'ultima nota …anche la patata è invincibile! Se volete troverete il perché.