There's plenty of room at the bottom
[...] Vorrei descrivere un campo in cui poco è stato fatto, ma in cui molto si potrebbe fare in principio. Questo campo non è proprio come gli altri, in quanto non ci dirà molto molto sui fondamenti della fisica, (“cosa sono queste strane particelle?”), ma è più come la fisica dello stato solido, nel senso che potrebbe dirci qualcosa di molto interessante circa gli strani fenomeni che si manifestano in situazioni complesse. Il punto importante è che avrà un enorme numero di applicazioni tecniche. Quello di cui voglio parlare è la manipolazione e il controllo di cose su piccola scala. [...]
Semplici parole, dirette, ma cariche di pathos ed euforia, caratteristiche senza tempo della carica vitale di una dei più grandi scienziati ed oserei dire uomini di tutti i tempi, Richard P. Feynman, premio nobel per la fisica nel 1965.
Tratto dal celebre discorso che tenne il 29 dicembre 1959 al meeting annuale dell'American Physical Society al California Institute of Technology (Caltech), questo paragrafo e il titolo del discorso, “There's plenty of room at the bottom” (c'è un sacco di spazio lì sotto), rimangono alla storia come il manifesto di una nuova branca del sapere, le nanoscienze.
Come l'audacia delle ardite speculazioni scientifiche dei luminari del settecento portarono alla rivoluzione industriale e all'affermazione su larga scala di una tecnologia fondata sulle leggi di Newton, la cosiddetta meccanica classica; allo stesso modo la fanciullesca curiosità di Feynman darà luogo ad una seconda rivoluzione industriale che vede l'affermazione di una tecnologia basata sulle leggi della meccanica quantistica.
Nel proseguo di questo celebre discorso il non ancora premio Nobel per la fisica butta sul tavolo idee tanto innovative quanto vaghe, [...] perché non scrivere tutti i 24 volumi dell'Enciclopedia Britannica sulla capocchia di uno spillo ?[...], volendo piuttosto portare all'attenzione dell'allora comunità scientifica quella che a suo parere sarà la tecnologia del futuro.
Più avanti negli anni lo steso Feynman conierà il termine “Computer Quantistico ” e speculerà in due articoli[1][2] di divulgazione datati 1982 sulla possibilità di costruire dispositivi che, basandosi su effetti quantistici, saranno in grado di simulare “atomi artificiali” .
Il contributo di Feynman alle nanoscienze essenzialmente si racchiude in questi tre discorsi, nei quali più che produrre formule e teorie vengono partorite idee ancora in uno stato embrionale.
[...] Nell'anno 2000, quando guarderanno indietro a questo periodo, si chiederanno perché non fu prima dell'anno 1960 che qualcuno iniziò seriamente a muoversi in questa direzione [...].
[1] R.P.Feynman, Simulating Physics with computers, International Journal of Theoretical Physics, 21(6/7): pp. 467-488, (1982).
[2] R.P.Feynman, Quantum Mechanical Computer, Foundations of Physics, Vol. 16, Number 6, pp. 507-531 (1986).