Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Economia e Politica, Numero 17 - 16 Maggio 2007 | 0 commenti

Chissà, forse è cambiato il vento

Che strano e buffo è il mondo, forse proprio perché è vario o forse proprio perché non lo è abbastanza. Nel numero scorso dell'Arengo durante i giorni di festa che tra Aprile e Maggio ci porta in dono la primavera, ci eravamo visti salutare con gioia, sollievo e sincera amicizia l'assegnazione degli Europei di calcio alla Polonia e all'Ucraina.

L'Italia arrogante e sbruffona era stata sanzionata, con chiarezza e pugno fermo, senza possibilità di ricorrere in appello o prescrivere i reati. Il bastone, da una parte.

Dall'altra, come nelle favole dei bambini, ecco con in mano la carota il mago buono, quella figura che racchiude in sé il senso di giustizia del padre e la magica morbidezza della madre. Quel personaggio pacioso ed atletico, reggiano e bolognese, cattolico e democratico, dipinto spesso come una mortadella o un salame, un boiardo o un comunista. Quello talmente tonto e sprovveduto da aver sconfitto per ben due volte su due il supereroe della tv e delle coppe europee.

E sapete che cosa ci annuncia? Che i soldi ci sono, e non pochi. Siamo un Paese che sta migliorando i propri conti, che ha pagato e si è assunto le proprie responsabilità. E che questa volta i soldi non li dilapiderà. Occorrono alla solidità delle nostra casa comune, alla dignità del nostro Paese, alle pensioni dei nostri figli. Occorreranno ad un Paese che per laurearsi dovrà studiare per almeno 6 mesi all'estero (con buona pace del Ministro Mussi, partito esule dal partito democratico diretto verso lidi non così riformisti come questa innovativa proposta), che deve pagare le tasse perché è giusto e che non deve pagare le ricariche dei telefonini perché non è giusto.

Occorrono tanti soldi per investire. Occorrono tanti soldi per attrarre le risorse dall'estero. Come da Monza ci ha spiegato chiaramente Berlusconi, c'è chi vuole l'Italia degli italiani e chi l'Italia nel mondo. Noi viaggiatori sappiamo da che parte stare e per questa volta stiamo dalla parte del Ministro degli Interni, che per fortuna perlomeno sull'argomento immigrazione si comporta da socialista prima che da inquilino del Viminale.

D'altronde, non potrebbe essere altrimenti in quest'anno di gemellaggio con i cugini partiti per l'Australia. Casey Stoner, giovane di nuova famiglia, sposato all'alba dei vent'anni con sua moglie (così anche il Papa non si lamenterà, il che per essere accolti dall'Italia è meglio di un visto in bollo), in sella alla Rossa di Borgo Panigale (e così anche quei pseudo social comunisti saranno sereni) va più forte di tutti, anche del supereroe della tv e dei pluricampionati mondiali. Il volto noto di Valentino che con una signorilità d'altri tempi, con il politically correct della gente semplice, la competenza del meccanico ed il cuore del campione ammette la propria sconfitta.

Nulla si può, in effetti, quando il salto di vento premia Luna Rossa (già di che strano colore è anche la luna quando si eclissa e ci fa stare con gli occhi all'insu) contro Mascalzone Latino, che con quel nome da latin lover da barca da crociera si era affacciato con piglio e coraggio nei mari della Coppa America.

Anche quando ci si imbatte nelle manifestazioni dove i potentati guelfi brandiscono dietro la croce la propria visione del mondo per il gusto di fare sentire che tutti siamo liberi, ma qualcuno è più libero degli altri, anche allora sapremo voltare pagina.

Seguiremo la racchetta di Volandri ricordare il trentennale delle gesta di Panatta, abbattendo il numero Uno del Mondo per poi appisolarsi come un bimbo in un sabato pomeriggio, in una torrida corrida romana, con le braccia al cielo per la grande impresa sognata.

Non contenti ecco la Domenica, ed ecco che il Brasile dove il Papa è in gita ci regala la gioia di Felipe Massa, che guida la nostra Ferrari davanti al leader del Mondiale, un pilota di colore, americano, che dall'alto domina la classifica.

Forse mentre noi stiamo a discutere per intraprendere lo storico passaggio da paese clericale a paese moderno, progredito ed europeo, intorno ci rombano i motori e aleggiano via radio le note del calcio di una volta. Per farsi ascoltare non importa urlare alla tv, ci si può sintonizzare sulla stazione delle onde medie. Tocchiamo con le orecchie quanto sia importante il progresso per liberare l'umanità dal dominio dell'uomo sull'uomo.

Così sulle prime pedalate del giro, zitto zitto, scala la cima Coppi del Partito Democratico e del Governo quello studioso di cui si pronosticava un grande futuro politico; d'altronde a quel tontolone non piacevano né le donne né i soldi, che cosa avrebbe potuto fare mai? Il palazzinaro forse?

Chissà, se a forza di voltare pagina prima o poi cambierà pure il vento.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>