Eccolo lì, il Silvio Re
Sul filo del fuorigioco, con un guardalinee che pure in posizione corretta non alza la bandierina, perché in realtà era un passo oltre Pippo Inzaghi. Ma non interessa a nessuno, neppure nella sezione Spazio e tempo libero de L'Arengo del Viaggiatore, dove fossero i piedi del centravanti d'area, opportunista e sornione, rispetto a quelli del difensore bavarese, che immaginiamo gonfio di birra all'Oktober Fest, o tutt'al più proposto per la parte di Kapo in un film di nuova produzione.
Eccolo lì, il Silvio Re.
Sornione in agguato, sempre sotto la luce dei riflettori ma ben nascosto, dietro le sciocchezze dei suoi alleati e dei suoi dipendenti, sempre pronti a cercare di essere più realisti del Re, più cinici del più cinico, più presenti del più presenzialista. Quella ciurma che si agita e si anima ma che tace, quando tocca a Capitan Uncino catturare Peter Pan. Basta un cenno, un cenno del sopracciglio ed ecco che parte l'assist, di tacco e la palla corre fino a insaccarsi in fondo alla rete.
Un boato di gioia. Ma che decreti, tornelli e tv. La folla che esulta alla Allianz Arena è popolo assiepato, che ha percorso l'autostrada del Brennero ed è arrivato in Germania. In Germania vince l'Italia, così pare stia funzionando di questi tempi. Il volto di Galliani trasfigurato dalla folle ed infantile gioia per un campo di pallone non è vietata da niente, quella di Silvio Re è velata dalla sua assenza materiale ma da una presenza onnipresente. Che sa essere anche discreta.
Non erano passati molti giorni dal barbaro assassinio di Adjimal, compagno di prigionia del nostro collega Mastrogiacomo, dalla ben più triste sorte. Ancora meno ne erano passati dalle parole vigliacche ed infami di chi ha pensato bene di buttare questo cadavere – da solo, privo della compagnia dei sequestrati negli anni scorsi – nel bel mezzo del dibattito parlamentare.
Ma chiara e forte tutti – tutti, Fassino D'Alema e Prodi per capirci – tutti l'avevano capito. Berlusconi aveva chiesto silenzio, per cortesia. All'estero siamo uniti. Tutti d'accordo.
E allora complimenti, Presidente Berlusconi. Questa vittoria costruita con la classe dello statista, il pugno fermo del leader ed il guizzo dell'uomo d'area. Come vede questo Arengo sa togliersi il cappello anche di fronte agli avversari, sa riconoscere la grandezza degli altri e farà di tutto perché anche le opinioni che non condivide abbiano spazio e luogo. Ci auguriamo che anche da parte sua questo comportamento rifletta non solo il fiuto dell'imprenditore d'area ma anche la saggezza, la correttezza e l'onestà dello statista. Questo ce lo diranno i prossimi eventi.
Adesso se la vedrà con gli inglesi del caro Tony. In bocca al lupo, e vinca il migliore.