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Scritto da nel Bologna, Numero 13 - 16 Marzo 2007 | 0 commenti

Bologna, 16 Marzo 1977

Il 16 di marzo del 77 la piazza Maggiore era stracolma di gente ad ascoltare le “autorità” (Zangheri e tanti altri) e per commemorare Lo russo. Quando il sindaco ha ricordato la ipotesi del complotto contro la città che avrebbe concentrato a Bologna provocatori e violenti mi sono “sfilato” dal crescentone e ho raggiunto il movimento che si stava concentrando in Via Rizzoli con in testa il famoso striscione FRANCESCO E' VIVO. E' stato un ritrovarsi di facce note del 68, di nuovi giovani che si affacciavano alla politica, di gente qualunque in un clima di ritrovata voglia di creare nuove forme della politica, di partecipazione ma anche di ostilità verso il potere e i poteri in generale. Il PCI in testa e a Bologna in particolare quando la rottura tra il movimento ed il partito si è consumata sulle vetrine dei commercianti da risarcire, sul sagrato dei caduti da difendere, ma ancora più in profondità sulla incapacità del PCI di capire il nuovo che avanzava e, non ultimo, sulle prime incrinature interne al blocco sociale che questi rappresentava. Certo la complessità della situazione sociale ed economica del paese era un alibi rispetto all'immobilismo bolognese.

Mi sembra tuttavia che le mille facce del movimento, la elaborazione teorica di quegli anni concentrata nel CONVEGNO DI BOLOGNA sono stati messi in mora dall'avanzata del terrorismo e, quindi, senza una decisa rappresentanza politica la prospettiva del movimento è stata la dispersione in tante direzioni e per alcune frange la deriva violenta è stata fin troppo facile.

Quel 16 marzo si consuma, quindi, con quel corteo una rottura politico-istituzionale che non verrà più risanata per lo meno secondo le categorie della politica di quel tempo: bisogni dei giovani, partecipare e decidere, “creare” forme diverse di politica, immaginare ed agire una città di cultura. E' stata la mia ultima manifestazione e da lì ho visto in questi trent'anni nascere ed affermarsi una città chiusa ed arroccata nelle cittadelle dei privilegi acquisiti (commercianti, professionisti, medici, intellettuali), ricca e “grassa” da scoppiare, poco solidale salvo a Natale con la offerta alla parrocchia o alla ONG del Uganda, conservatrice e piccolo borghese e che ha scoperto che si può anche votare a destra che forse è meglio, che si fa vanto della prestigiosa università soprattutto per i 300 euro a posto letto, per le centinaia di migliaia di pizze e panini ..naturalmente tutto in nero perché al diavolo lo stato borghese che (parafrasando) si abbatte….non si paga, ma fino a che qualcuno non lo abbatte intanto non si paga.

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