Cronache Felsinee
Strana città, Bologna, moderno crocevia di contraddizioni alimentate da sedimenti secolari.
Vecchia cortigiana dal seno morbido e ben tornito, cuoca luculliana e paziente, ma anche dama di gran classe e generosa mecenate ricca di storia e antinomie, di amore per l'arte e grettezza bottegaia.
Contrasti all'apparenza insanabili; in realtà maschere diverse indossate dalla medesima donna.
Passeggiando per le strade, attardandosi negli anfratti, o respirando la vita che scorre variopinta è l'indole femminea della città ad emergere con maggior chiarezza, quel je ne sais quoi libertino ed epicureo che da secoli fornisce gaudenti melodie alle storie dei biassanot[1].
Le strade delle osterie e dei vecchi postriboli intersecavano ironicamente quelle della cultura, senza per questo arrecar danno ad un sapere, che grazie ad un millennio abbondante di vita universitaria aveva saputo produrre un humus particolarmente ricettivo: Dante, Mozart, Madame de Staël e Goethe, solo per citarne alcuni, furono tutti graditi ospiti della Grassa.
Ma la storia insegna come neanche la serietà più cristallina poteva prescindere totalmente dall'aspetto ludico che pervadeva la città ed i colli circostanti: persino un lavoratore instancabile e poco sensibile agli agi, come Michelangelo Buonarroti, si concesse un breve quanto appassionato idillio amoroso in prossimità di Piazza San Martino.
Grandi personalità e poeti goderecci, su tutti vorrei ricordare quel “senzadio”di Lorenzo Stecchetti[2], capace di animare la Bologna universitaria, con poesie come quella sulla bicicletta, che a quasi duecento anni dalla loro stesura restano un capolavoro d'ironia e audacia:
[... ] io son beata e un fremito m'assale,
mi avvolge un'onda di piacer sovrano
quando vengo stringendo il trionfale
manubrio in mano.
Io son beata allor che fra le gambe
sento il rigido ordigno e in quegli istanti
tendo le coscie e l'agitar d'entrambe
lo spinge avanti!
Purtroppo il ricordo è un vizio che fa invecchiare, ma è anche un appiglio sicuro quando fulgide premesse non trovano un fedele rispecchiamento nella mediocrità del presente: i fermenti culturali che continuano ad attraversare la nostra città producono un tiepido ottimismo in una piazza che non è più villaggio e non ancora metropoli.
Da sempre la voglia di divertimento e la goliardia che accompagna migliaia di studenti mal si accorda alla quiete notturna ricercata dai lavoratori; su questa annosa questione vedremo nei prossimi anni come il dirigismo del sindaco “pistolero” venuto dal freddo nord, saprà accordarsi ad una città di per sé refrattaria ad imposizioni e divieti.
Senza tralasciare la politica, passione più che necessità, il lavoro che umilmente, ma con fermezza, ci proponiamo di compiere, è quello di essere una voce capace di amplificare le tensioni che attraversano i teatri, permeano gli auditori e silenziosamente sussurrano nelle biblioteche.
Per far questo non seguiremo l'imperativo categorico tipicamente moderno assecondando le novità di ogni genere; semplicemente, con una punta d'inattuale romanticismo, cercheremo di favorire quanto di bello viene prodotto; si tratti di mostra, esecuzione orchestrale, cortometraggio o concorso poetico.
[1] Termine dialettale utilizzato per indicare i nottambuli. La traduzione letterale è mastica notte.
[2] Olindo Guerrini, alias Lorenzo Stecchetti: poeta, prosatore, bibliofilo e studioso di letteratura italiana, nacque a Forlì il 4 ottobre 1845 e morì a Bologna il 21 ottobre 1916.