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Scritto da nel Energia e Ambiente, Numero 4 - 16 Ottobre 2006 | 0 commenti

Conto energia II, una storia di come l'acqua torna al mare

Continua da “Conto energia I”

Il rischio che questo riversamento di denaro, questi 12 miliardi di Euro, non portino nè un effettivo efficientamento nella filiera del fotovoltaico, nè una spinta all'economia nostrana è reale. Una volta installati i 1000 MW produrranno circa 1,35 TWh[1] di energia ogni anno. Considerando gli attuali consumi ed i ritmi di crescita della domanda di energia elettrica, nel 2015 il contributo del fotovoltaico rappresenterà circa lo 0,34% del fabbisogno nazionale. Pur sembrando l'obiettivo di entità davvero modesta resta il fatto che questa energia è pulita e si potrebbe essere disposti a pagarla di più. Vediamo allora quanto spendiamo per la produzione di energia pulita attraverso altre generiche fonti di energia rinnovabile. Il conto è presto fatto, grazie al meccanismo di incentivazione dei Certificati Verdi all'immissione in rete di 1,35 TWh di energia pulita corrispondono oggi certificati per un controvalore di circa 175 milioni di €uro. Ciò significa che la stessa quantità di energia, altrettanto rinnovabile, prodotta attraverso pale eoliche, biomasse o turbine idroelettriche ci costa 175M€ contro 608M€ del fotovoltaico: una sproporzione del 350%. Risulta veramente difficile trovare una motivazione a questa differenza.

Spesso gli incentivi sono volti ad innescare meccanismi virtuosi, ma in questo caso sembra che il motore dell'industria del fotovoltaico sia difficile da far partire. Il limite da superare è nel costo dei moduli stessi, realizzati prevalentemente con cristalli di Silicio. Questo tipo di tecnologia è molto costosa e, a meno di rivoluzioni, rimarrà tale. Ad oggi i pannelli vengono costruiti da poche società di taglia internazionale, queste si trovano ad affrontare un improvviso boom di ordini dall'Europa e dagli USA, dato che la domanda vive di incentivi più o meno simili al conto energia, nessuno dei produttori può pensare ad investimenti in ricerca o in progetti di lungo periodo allo scopo di un abbattimento sostanziale dei costi di produzione. Ci si limiterà ad approfittare della situazione contingente e, nella speranza che l'incentivo venga prorogato, al più si rivedranno i cicli di produzione per incrementare la quantità, ma la tecnologia già affermata difficilmente verrà rivista. Cosa sarà allora del fotovoltaico tra venti anni quando scadrà il periodo di incentivazione? Per rispondere ad una simile domanda si dovrebbe essere dei chiaroveggenti. Una cosa è certa però: se la situazione restasse allo stato attuale, la sostituzione dei pannelli senza incentivo sarebbe improponibile, e le centrali installate cadrebbero in disuso[2]. Evidentemente il MAP ha piena fiducia in questa specifica tecnologia (perchè proprio il fotovoltaico?) e scommette 12 Miliardi di €uro sul fotovoltaico vincente. Peccato che comunque di scommessa si tratti.

Duole ricordarlo ma i soldi oltre a poter essere scommessi si possono anche investire. Agli amministratori pubblici si chiede proprio questo, usare i nostri soldi in modo che nel futuro questi tornino indietro, ovviamente non in forma di denaro, con gli interessi. Investire nel campo delle energie rinnovabili significa trovare nuove soluzioni, informare, imparare, ricercare. Il premio nobel Carlo Rubbia ci ha provato ad “investire” in Italia con il cosiddetto “progetto Archimede”, ma non ci è riuscito. A capo dell' Enea Rubbia ha portato avanti per anni lo sviluppo di una tecnologia innovativa ed esclusiva: il solare termodinamico. La centrale solare termodinamica è in grado di produrre energia elettrica dal Sole in maniera costante con una efficienza superiore e a costi nettamente inferiori degli attuali pannelli fotovoltaici. Il progetto di Rubbia aveva convinto ed era stato stipulato un accordo con Enel, il finanziamento era anche garantito in parte da copertura bancaria, ma qualcosa è andato storto:

“Abbiamo chiesto un anno e mezzo fa di avere una risposta semplice. Ci voleva qualcuno nel ministero delle Attività produttive e dell'Ambiente che dicesse 'il solare termodinamico che voi avete progettato è verde, pulito, come l'energia eolica o il solare fotovoltaico'. Ma essendo una cosa nuova nessuno ha voluto esprimersi.” ha dichiarato Carlo Rubbia (fonte Ansa 23 settembre 2005).

Al momento Rubbia, licenziato dall'Enea per tali dichiarazioni, si trova in Spagna dove è responsabile della realizzazione della centrale Archimede.

Dunque il MAP decide che si possono prelevare 608 milioni di euro all'anno dai cittadini per scommettere sul fotovoltaico, ed allo stesso tempo fa in modo che il professor Rubbia se ne voli in Spagna portando con sé un progetto e competenze tra le più innovative nel campo del solare. Considerando anche che la stima per i costi di costruzione della centrale era di circa 50 milioni, investire sul progetto Archimede non sarebbe stato più appropriato che scommettere sul fotovoltaico? Rubbia stava costruendo qualcosa, creando competenze, posti di lavoro, stava innovando. Che cosa produrrà il CONTO ENERGIA? Al momento il CONTO ENERGIA ha fatto aumentare il costo dei pannelli, ed il successo del fotovoltaico non dipenderà di certo dalla quantità di impianti incentivati installati. Il successo del fotovoltaico sarà determinato da chi ricerca, da chi troverà il modo per produrre energia elettrica dal sole a costi competitivi. La gente che realmente influirà sul nostro futuro sta vedendo scorrere sotto al proprio naso un fiume di denaro dal quale non può attingere (Ciao Rubbia). I fondi non mancano, bisogna saperli far fruttare. Ci si aspetta solo che i nostri soldi vengano investiti e non scommessi o spesi per quello che sembra solo essere un mastodontico spot pubblicitario. È chiedere troppo?

Pur dimostrandosi il meccanismo del CONTO ENERGIA perfettamente funzionante, forse si sta alimentando la macchina sbagliata. L'ingranaggio è già in moto. Al momento si raccoglie dalle bollette una notevole quantità di denaro che ridistribuiamo a chi è stato svelto, sensibile e bravo ad installare il proprio impianto FOTOVOLTAICO. I privati cittadini più informati e sensibili, con qualche migliaio di euro in tasca, in fila fuori le porte del GRTN con la Domanda in una mano e il preventivo nell'altra sono pronti a diventare ambientalisti. I finanzieri più moderni hanno colto l'opportunità: il “cash flow” è ricco e sicuro, il “business plan” scintilla, la coscienza è addirittura pulita e preparano l'offerta economica. Al sindaco quadra tutto: la spesa non grava, l'immagine ne guadagna, lui a queste cose è molto attento. Un giovane ingegnere nel frattempo fa un progettino e lo vende ad un costruttore che ha capitali da far fruttare, poi magari scrive un articolino sul Conto Energia… è la mano (in)visibile del mercato.

Chi investirà nei grandi impianti del solare, grazie al CONTO ENERGIA, si ritroverà tra le mani una macchina da soldi alimentata a bollette. E se chi si potrà permettere tale macchina, di macchine simili ne avesse già tante; se i nostri 4 euro finissero nelle tasche di chi di soldi ne ha già abbastanza, se tra 20 anni l'eredità tangibile del Conto Energia fosse solo un travaso di denaro e lo scheletro di un parco fotovoltaico in disuso… non stupiamoci. Come non ci stupiamo dell' acqua che va al mare.


[1] Miliardi di chilowattora

[2] Dall'esempio ISES: se l'impianto non fosse soggetto ad incentivazione il tempo di rientro dell'investimento diventerebbe superiore ai 30 anni. Il tempo di vita di un pannello solare è stimato essere di circa 25/30 anni: l'investimento non si ripagherebbe MAI.

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