Capitolo I
Speriamo vi piaccia, questo Belpaese. Piaccia, forse è troppo. Qui da noi per campare non ci si pensa, si mangia bene e si beve vino, si va per mari monti e stadi.
Perché a pensarci e scervellarci non c'è uscita nè speranza, non c'è bussola nè libretto di istruzioni. Già, se davvero ci fosse la sfera di cristallo… almeno proveremmo a guardarci dentro, a specchiarci nella sua cristallina e lucida purezza, ad ammirare gli oscuri gorghi colorati che i bambini temono di intravedere negli occhiacci della strega di turno. Non sarà vera neanche questa storia, ma anch'essa, eh già, il suo fondo di verità ce l'ha.
Non sarà di cristallo, non la guarderà la strega, ma la sfera magica ce l'abbiamo anche noi, è sporca di fango e la guardano tutti. Da bambini è di tela, poi di gomma, poi di cuoio. Adesso è di materiali sintetici. Che sarà mai? Proviamo a guardarla meglio, con i nostri macroscopi di precisione.
La statistica ci insegna che per studiare un fenomeno la metodologia corretta prevede di formulare
un'ipotesi, la cosiddetta ipotesi nulla, la cui correttezza viene misurata a seconda di quanto e come i dati empirici la sostengano. Lo sappiamo.
Dunque veniamo al sodo. La nostra ipotesi nulla? Eccola: le Cose sono andate così.
Nel 1914 scoppia la Grande Guerra, detonata dall'uccisione di Francesco Ferdinando d'Asburgo, al termine della quale sarà finita un'era, quella degli Imperi. Succede che il popolo uccide il sire e un
nuovo ordine si affaccia nella volata verso il terzo millennio.
Il Padre così morto ci lascia tre figli.
Il primogenito è maschio, a lui spetta tutta l'eredità: secoli e millenni di vita e di morte, di amore e
paura, di gioia e sofferenza, di rivoluzioni e restaurazioni. Tocca a lui farsi carico di realizzare le
aspirazioni più progressiste che il secolo dei Lumi e la rivoluzione industriale avevano suscitato. Egli
nasce nel mezzo del più grande ammasso di terra emersa, tra il Vecchio Continente e il millenario
Oriente, e diventa grande conquistando il Palazzo d'Inverno. Con le sue sole forze vuole sostituirsi a
Dio e generare l'Uomo Nuovo.
Il paradosso di questo Tutto è che gli manca qualcosa.
Il secondo genito è anch'egli maschio. E' figlio di migranti, di quei fagotti di stracci che si erano salutati in un porto europeo per imbarcarsi alla ricerca di fortuna. Verso ovest, nella direzione del sole e dell'ignoto. Al cadetto non spettava nulla dell'eredità paterna, è libero da ogni fardello del passato. Se suo fratello produce, egli consuma. Così mentre a Est ci si attrezza tra faticose politiche economiche e piani quinquennali nel freddo di Mosca, alla Borsa di New York si gioca tra prestiti e mercati, tra cercatori d'oro e schiavi. Egli sarebbe diventato grande conoscendo il significato di crisi di liquidità: tutti scappano con i soldi, questa è la vita.
Il paradosso di questo Niente e che di qualcosa deve pur campare.
La terza, infine, è femmina. E' una bimbetta dalle dolci forme rotonde con le quali i bambini si divertono a giocare, rotolandola e accarezzandole le guanciotte. Nasce all'incrocio tra il popolo bianco e quello nero, sulle sponde di quel mare che aveva ospitato chi si era imbarcato verso i mari del Sud. Ella diventa grande proprio grazie all'amore di chi la ama come se fosse Tutto anche se invece non è Nient'altro che un punto a forma di palla.
Tutto il resto è un corollario. Come per tre punti passa una ed una sola circonferenza che se gira e gira su se stessa diventa una sfera e nel girare sempre più velocemente intorno a qualcosa si schiaccia alle estremità. I bambini, quando si siedono sulla propria palla, per possederla la deformano – anche se proprio, a prima vista, non sembra vero.
Insomma questi tre fratelli sono il nostro brodo primordiale. Questo brodo è in subbuglio: i maschi si fanno la guerra, la femmina viene presa a calci mentre tutto il resto del mondo, orfano, si guarda intorno stupito.
Il brodo primordiale esplode in Giappone: il Big Bang della nostra Era è nucleare. Anche la Madre è morta. Siamo soli e sospesi nel Vuoto.
I due fratelli si contendono la sorellina. Sarà lei a scegliere il padre del nuovo ordine mondiale.
Questo prevede la democrazia: è a lei che il popolo crede e di cui si innamora. Ella è diventata grande, è lei la Regina e si ricomincia dall'America del Sud. E questa è la nostra storia.
La storia di popoli oppressi che con il pallone creano l'energia necessaria per sopravvivere, la storia delle potenze mondiali che impazziscono come bambini a contendersi lo spazio cosmico e i mondiali di calcio, dell'Italia della Germania e dell'Europa che si fa largo come un figlio dimenticato dalle cronache, dei Beatles che fanno grande l'Inghilterra, di Pelè che conquista la Coppa Rimet e farà il Ministro, di Maradona e della sua mano di Dio che si farà curare da Fidel Castro. E poi, e poi …
Ma com'è successo tutto ciò?
Qualcosa si è invertito. Chi aveva Tutto è crollato sotto le macerie di un Muro che aveva costruito da solo, chi non aveva Niente ha conquistato i titoli reali.
Chi aveva tutto credeva forse che lo spazio per la signorina potesse, ad un certo punto, essere sufficiente: guai, ha pensato la signorina, merito di più – voglio tutto.
Chi non aveva niente le ha offerto questo tutto, che anche se non era niente è pur sempre la stessa vita. L'avrebbe venerata come una Dea, offrendole pellegrinaggi e omaggiandola di sacrifici.
Non appena il primogenito è caduto, quell'intreccio di Potere, di crisi di liquidità partecipazioni incrociate e sfruttamento ha vissuto una vera e propria fase inflazionistica come quella che segue il Big Bang di un nuovo inizio. I tentativi del figlio cadetto di diventare Padre fecondando la Regina hanno preso il nome di globalizzazione – anche se questa parola non la capiamo e non ci soddisfa. E' questo l'inizio di un nuovo ordine mondiale, in cui il nostro pianeta è definitivamente uno ed uno solo.
E per un punto, si sa, passano infinite rette.
Così i tentativi del nuovo Re sono pertanto sottoposti alla responsabilità che deriva dall'esistenza di tutte le possibilità, sotto il vincolo della retta e del cerchio.
La nostra tesi, dunque, è che qui sta la responsabilità della Politica, altro che, anche in questo nuovo millennio.
Quale retta segnerà la direzione del cammino della futura umanità è la domanda che l'aristoltelico zoon politikon pone alla scimmia che vive dentro di sé.
La scimmia che la mattina lo sveglia e lo nutre, lo sazia e lo disfa, lo rende pazzo d'amore e follia, di passione e di pallone. La scimmia che alberga nel corpo del Re, della Regina, che ci trasfigura le immagini di Dio della Madonna e di tutto il popolo in colonna. Quella che dà senso alla vita perché ne è proprio il senso dei cinque sensi che ci lega al profondo della Notte dei Tempi.
Quella scimmia alla quale il socratico filosofo suggerisce come punto di partenza la consapevole ignoranza, nel corso della Storia umana è arrivata a costruire ed a smontare inenarrabili volte le forme delle strutture di questo mondo. Ogni giorno.
Insomma stiamo dicendo che c'è uno scoop, un paparazzo ha visto questa nuova coppia VIP. In Italia già gli articoli ci dicono che LA politica è femmina mentre IL calcio è maschio, qui dove sembra proprio che tutto sia politica: la tv, il proprio lavoro, i propri soldi. Anzi sembra proprio così perchè in effetti è proprio così. Ciò che prende il nome di politica, o Politica, è quell'attività tanto generica quanto pratica che si occupa della Polis e dei suoi cittadini, che da quando è stata inventata gli uomini la muovono per idee e scossoni, discussioni liti e scontri fino a battaglie e guerre e stermini. La muovono come hanno imparato a muoversi, quando da piccoli ci siamo alzati sulle nostre piccole gambe ed abbiamo cominciato a scoprire la vita. Le stesse gambe che hanno voglia di calciare il pallone, no?
E allora siamo curiosi, vediamo se si spoglia questa strana coppia.